Arezzo, 29 agosto 2024 – Il compratore c’è e la trattativa va avanti. Con una road map che definirà il futuro dell’area ex Lebole entro la fine dell’anno. L’operazione si muove sotto traccia, nonostante i riflettori accesi dopo il botta e risposta tra il Comune e la proprietà, la famiglia Carrara, imprenditori pistoiesi che da molti anni attendono di poter mettere a frutto ciò che hanno acquisito. Il progetto originario per il rilancio dell’area finora non è mai decollato, di qui l’orientamento alla cessione. Nel frattempo l’intero complesso ex Lebole è rimasto immobile, senza vita. Chiuso e in attesa di rinascere.
Ora c’è un investitore interessato a capitalizzare l’acquisto dell’area che nel progetto sul tavolo della trattativa, sarebbe suddivisa in una parte residenziale e in una parte, più ristretta, destinata al commerciale tuttavia escludendo l’insediamento di un supermercato. Fin qui quello che bolle nella pentola della ex Lebole e che il sindaco Alessandro Ghinelli segue da vicino.
Non meno di un mese fa, infatti, in occasione di un consiglio comunale aperto dedicato al tema della rotatoria di via Fiorentina, a margine dell’assemblea aveva confermato l’interesse di un acquirente e al tempo stesso l’idea, ancora tutta da costruire, di riuscire a dare risposta all’esigenza di una grande azienda aretina che produce servizi ai cittadini e che potrebbe trovare ospitalità per il suo centro direzionale, proprio nell’ex stabilimento. Ipotesi, ancora da mettere a terra. Al momento ci sono una serie di prescrizioni che gli uffici del Comune e quelli della Asl in base alle rispettive competenze, hanno inviato alla proprietà fissando un tempo massimo di due mesi, entro il quale, provvedere alla pulizia dell’intera area e alla messa in sicurezza.
Interventi mirati a ripristinare il decoro di luoghi e spazi interno oggi in stato di abbandono. Le indicazioni abbracciano infatti una serie di azioni richieste dal Comune alla proprietà per il ripristino delle condizioni di decoro, è il senso dell’iniziativa. Un’area di circa dodicimila metri quadrati, dove nonostante i continui interventi da parte della proprietà, spesso i senzatetto riescono ad aprire i varchi nella recinzione per trovare riparo all’interno.
Sessanta giorni di tempo, suddivisi per step, al termine dei quali Comune e Asl verificheranno l’esito. Le prescrizioni rappresentano il passo successivo alle tre richieste di sopralluoghi (alla Asl, agli uffici comunali e alla Polizia municipale) formalizzate dal sindaco alla vigila di Ferragosto dopo l’ennesimo episodio di degrado che aveva coinvolto un clochard e già eseguiti dai tecnici.
Una vicenda attorno alla quale si è riacceso anche il dibattito politico. Sullo sfondo, resta l’immagine della grande fabbrica che per decenni ha segnato la crescita della città e il simbolo dell’emancipazione femminile.