di Lucia BigozzI
Nessuno si aspettava di chiudere la partita al primo faccia a faccia. Del resto, il "caso Cortona" rischia di diventare cantiere politico per centrodestra e centrosinistra, una sorta di madre di tutte le battaglie, nei comuni al voto - ben venticinque - tra meno di un anno.
Cortona conta, Cortona pesa negli equilibri dei due schieramenti e sull’esito di una sfida elettorale che potrebbe confermare il governo del centrodestra o sancire il sorpasso del centrosinistra. Al netto di ciò che decreteranno le urne, il caso Cortona acquista un significato anche simbolico e traccia una via perfino nelle decisioni sulle candidature nelle altre piazze al voto. Il vertice del centrodestra giocato in "campo neutro", ad Arezzo, ha messo di fronte i vertici di FdI, Lega, Forza Italia, la civica OraGhinelli e il sindaco Luciano Meoni che tra una manciata di mesi taglia il traguardo del primo mandato ed è pronto a misurarsi per il secondo. Meoni ha spiegato le ragioni della ricandidatura, sostenuta per ora dalla sua lista civica.
Ma su questa opzione, pesa l’indisponibilità di Fratelli d’Italia: i meloniani, hanno da tempo manifestato il no a un Meoni bis e rilanciato l’idea di portare sul tavolo della coalizione l’ipotesi Nicola Carini, tra i fondatori del partito cortonese, attuale presidente del consiglio comunale. Una sostanziale rigidità, insomma e questo apre la necessità di un approfondimento. Perchè l’unica "fumata bianca" uscita ieri dal comignolo del centrodestra è l’intenzione "granitica", la definisce uno dei maggiorenti, di andare al voto uniti e vincere.
Della serie: prima viene l’unità dello schieramento, poi il ragionamento sulla migliore candidatura. Il che fa dedurre che il centrodestra o buona parte delle forze politiche che lo rappresentano, non ha alcuna intenzione di rischiare di ritrovarsi con due candidati nello stesso terreno di gioco (eventualità non peregrina neppure nel centrosinistra). Per questo il vertice è stato aggiornato e da qui in avanti i pontieri proveranno a trovare la quadra. In questa partita, Meoni "paga" il fio di non appartenere a un partito, anche se lo stesso sindaco lo ha sempre considerato un plus. Dal vertice toscano della coalizione è arrivata l’indicazione: i sindaci uscenti si ricandidano. Se la linea è tracciata, la strada che porta a Cortona è fatta di tornanti.
Ogni curva dovrà diventare un rettilineo. Un’impresa.