
Alberto Brandi
Arezzo, 8 gennaio 2020 - I gatti e i cani hanno avuto la meglio sulle pulci. Il testa a testa per l’aretino dell’anno vede vincitore il veterinario Alberto Brandi su Silvia Ciarpaglini l’ideatrice del mercatino. Due personaggi vicini alla gente anche se in settori diversi. Alberto Brandi, veterinario da 30 anni a C.Fiorentino è un punto di riferimento per l’intera provincia.
Chi lo conosce sa della sua disponibilità anche quando dovrebbe essere il servizio pubblico a farlo. E il primo messaggio di congratulazioni è arrivato da Jovanotti, suo cliente e amico: «Complimenti aretino del millennio, mi fai un autografo?». Un applauso a distanza, dal rapper più famoso d’Italia.
Di certo una spinta ad andare avanti in quello che fa. «Non me lo aspettavo, ho scoperto di essere tra i candidati leggendo La Nazione al bar. Mi fa piacere che la gente abbia premiato un veterinario, una figura di cui si parla solo se presenta un contro troppo caro o se in sala operatoria muore un animale. Ci giudicano solo se siamo onesti ed economici. Chi fa la mia professione sa di non avere vita privata, di poter essere chiamato in ogni momento, quasi sopperendo al servizio pubblico. Per questo ringrazio la mia famiglia per il supporto».
E infatti è il giorno dell’Epifania ed è appena uscito dalla sala operatoria. «Non penso di avere grossi meriti, svolgo il mio lavoro con dedizione e spero competenza, cercando sempre di essere disponibile, ma niente di più, per me è naturale esserci se un animale ha bisogno. Dovrebbe essere una consuetudine e non un’eccezione per ognuno di noi e non solo per gli animali. Mia figlia per vedermi fa i compiti in ambulatorio. Ringrazio le mie collaboratrici Silvia Mori e Giulia Gelsomini e le associazioni come Oipa che mi danno fiducia e tutti i miei clienti che mi spingono ad andare sempre avanti».
Una dimostrazione di affetto e stima, fra i suoi clienti anche la famiglia Jovanotti che ha mandato un messaggio. «La nuova stanza per i gattini che abbiamo realizzato in ambulatorio l’abbiamo creata con il loro aiuto. Francesca e Lorenzo sostengono il canile dell’Ossaia e anche quello di Vasto, li ho aiutati a fare adottare qualche cane anche ad Arezzo».
Ha assistito a casi di maltrattamento e abbandono? «Sì e dobbiamo credere a scuse improbabili quando ci portano animali da sopprimere. Mi è successo con un cane che mangiava plastica fino a occludersi l’intestino. Al secondo intervento chirurgico il padrone voleva sopprimerlo, mi sono rifiutato, l’ho operato e dato in adozione, adesso sta benissimo, è ingrassato e non mangia già plastica. Senza parlare di gattini gettati nei cassonetti, buttati nel fiume, cani con arti fratturati».
Ma c’è anche qualche lieto fine.. «S’, come il gattino Tsunami, trovato a Rigutino durante l’ultima alluvione, era in mezzo alla strada allagata, ora vive con la nuova famiglia a Palazzo del Pero».
Il suo ambulatorio è anche un ricovero per animali malati e per gatti abbandonati. «Ogni anno riesco a far adottare 250 mici. Ma ora sono diventato più cattivo, se qualcuno mi porta cucciolate non le prendo se prima non si sterilizza la mamma gatta e non li do’ in adozione senza sterilizzarli. E’ un problema culturale. Ma serve anche una legislazione che tuteli i gatti. Se troviamo un animale selvatico ci sono veterinari convenzionati e centri recupero, per un cane c’è la Asl, per il gatto la legge dice che quando lo raccogli diventa tuo e qualsiasi intervento è a tue spese».
E così abbassa i prezzi, come è successo per i gatti di Lucignano rimasti senza padrona. «Il mio sogno è lavorare in una clinica, senza dover chiedere soldi, come un medico all’ospedale».