L’estate che ci siamo appena lasciati alle spalle ha prodotto un abbassamento del livello della diga di Montedoglio pari a circa sei metri, per l’esattezza 5 metri e 70 centimetri, pertanto da quota 390,5 metri sul livello del mare siamo scesi a 384,8, il che significa passaggio dal 124 milioni di metri cubi in maggio agli attuali 89. In sintesi, nei quattro mesi di bella stagione l’invaso ha perso 35 milioni di metri cubi di acqua, ossia il 28,2% del totale, ma nessun problema: a parte il fatto che quest’anno la disponibilità di partenza era maggiore, siamo rimasti in perfetta linea con la percentuale del 2023, esattamente uguale (appunto il 28,2% in meno), con la differenza che lo scorso anno il volume era attestato a 109,6 milioni di metri cubi. Le piogge degli ultimi tempi hanno senza dubbio rimpinguato il bacino artificiale e comunque il dato interessante è relativo all’impiego che dell’acqua di Montedoglio è stato fatto: meno della metà (la stima è attorno ai 13-14 milioni) riguarda infatti l’uso irriguo e quindi la maggioranza è servita per altre finalità; in primo luogo l’uso idropotabile, che abbraccia un bacino di utenza di circa 200mila persone e poi il rilascio ambientale, che mantiene in equilibrio l’ecosistema fluviale del Tevere. A queste voci, sommare altre forme di approvigionamento e perdite praticamente impossibili da quantificare, vedi l’apporto positivo delle precipitazioni e quello negativo della evaporazione. Eccoci allora alle previsioni sulle tempistiche relative al collaudo a pieno regime, che sarà possibile solo quando l’acqua arriverà alla massima altezza di 393,60 metri sul livello del mare e il volume avrà raggiunto i 145 milioni di metri cubi. Mancano al momento, quindi, 56 milioni di metri cubi e nel periodo settembre 2023-maggio 2024 la diga è salita da 78,6 a 124 milioni, con un incremento di 45,4, per cui se di qui alla prossima primavera le piogge dovessero essere abbastanza frequenti si potrebbe parlare di collaudo nel 2026. Da non scartare più, infine, l’ipotesi di una valorizzazione del lago artificiale anche a fini turistici; anzi, dovrà essere un valore aggiunto. La differenza di sei metri sopra ricordata è indice di una sostanziale gestibilità delle escursioni, che diventa la base di riferimento, salvo annate particolarmente secche nelle quali di acqua per l’agricoltura ne occorrerà di più, però prima si toccherà il volume massimo e meno accentuati saranno gli sbalzi di livello.
CronacaDiga di Montedoglio. L’invaso ha retto all’estate. Utilizzato il 28% del totale