Bruciò la compagna: pena ridotta da 14 a 10 anni

In appello a Firenze. Gurean Benomi, il clochard di 54 anni, cosparse d'alcol Maria Marin che morì dopo oltre un mese di agonia

Il bar Capolinea

Il bar Capolinea

Arezzo, 6 ottobre 2016 - Aveva dato fuoco alla compagna e l’aveva uccisa: pena ridotta da 14 a 10 anni. Motivo? "Non avrebbe voluto ucciderla".

E' stata così ridotta di quattro anni la pena per Gurean Benomi, il clochard di 54 anni che l’11 settembre 2014 ad Arezzo diede fuoco alla compagna, dopo averla cosparsa d’alcol.

Aveva 49 anni la donna, Maria Marin, romena connazionale dell’assassino. Dopo trentasette giorni d’agonia, morì.

Oggi la sentenza della corte d’Appello di Firenze che ha declassato l’omicidio da volontario a preterintenzionale. Secondo i giudici, Benomi non avrebbe voluto uccidere la donna, ma aggredirla. Non avrebbe considerato le conseguenze, poi rivelatisi fatali.

L’alcol usato sarebbe stato minimo e le gravi ustioni riportate dalla donna sarebbero state conseguenza, soprattutto, della tuta in acrilico infiammatosi.  Questa la tesi sostenuta dall’avvocato difensore Alessio Senserini. Inoltre l’uomo non avrebbe avuto la percezione della gravità dell’episodio: tanto da non opporre resistenza alle forze dell'ordine una volta rintracciato.

Era l’11 settembre quando Benomi e Maria Marin si trovavano in una baracca in via Duccio di Buoninsegna. Ad un tratto scoppiò una lite, l'aggressione e poi le fiamme. La donna, con addosso la tuta in fiamme corse in strada, lungo viale Mecenate, trovando riparo all’interno del bar Capolinea. Il titolare riuscì a spegnere il fuoco e a chiamare l’ambulanza.

La donna morì dopo più di un mese d’agonia. Il processo di primo grado si era chiuso con la condanna a 14 anni per omicidio volontario (erano 21, ridotti di un terzo per via del rito abbreviato). L’omicidio in appello è stato riqualificato come preterintenzionale e la condanna è stata ridotta a 10 anni.