Delitto di San Polo: Mugnai di fronte al giudice

Stamani l’interrogatorio di garanzia dell’uomo che ha ucciso con la carabina Dodoli. Gli avvocati puntano sulla legittima difesa

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Appuntamento nel carcere di San Benedetto. Oggi alle 11.45 è fissata l’udienza di convalida dell’arresto di Sandro Mugnai, l’uomo che ha ucciso con quattro colpi di carabina andati a segno Gezim Dodoli, il vicino di casa albanese con cui erano sorti dissidi per banali questioni di tubature e cattivi odori.

Di fronte al giudice Giulia Soldini, con l’accusa sostenuta dal pm Laura Taddei, Mugnai, tramite i suoi avvocati Marzia Lelli e Piero Melani Graverini chiederà almeno di attenuare la misura della custodia in carcere: la dinamica del delitto potrebbe infatti far configurare per il fabbro di San Polo il riconoscimento della legittima difesa o almeno l’eccesso colposo che comunque porterebbe a un importante sconto di pena rispetto a un’accusa che, in questo momento, è di omicidio volontario.

Secondo le ricostruzioni Mugnai stava consumando una cena in famiglia con altre sei persone: i figli, la moglie, la famiglia del fratello e l’anziana madre. I Mugnai hanno sentito forti rumori metallici: erano le auto parcheggiate che Dodoli stava danneggiando con un mezzo meccanico da cantiere. Appena si è affacciato dalla finestra si è reso conto che il tetto del suo casolare stava cedendo sotto i colpi di un escavatore guidato dal vicino che manovrava la benna dritta contro la sua porta di casa e la parete. Dopo aver tentato di fermarlo a parole Mugnai ha imbracciato la sua carabina da caccia, regolarmente denunciata, e ha esploso cinque colpi a pallettoni, di quelli che si usano per abbattere i cinghiali: solo un colpo è andato a vuoto come gesto intimidatorio che però non è servito. Gli altri colpi hanno freddato il suo vicino di casa con il quale insistevano ruggini da tempo. Secondo quanto emerso tra i due vicini da tempo non correva buon sangue. La loro amicizia si era rotta ma tutti i testimoni ascoltati hanno parlato di piccoli litigi legati a cattivi odori provenienti dalle tubazioni, musica alta per la quale un mese fa c’era scappata anche una denuncia, e altre questioni legate ai terreni confinanti, insomma nulla di particolarmente grave.

Gezim Dodoli, operaio albanese sposato con due figli, in Italia era arrivato oltre 30 anni fa e con la famiglia era andato ad abitare a San Polo trovando subito nei vicini di casa un punto di riferimento, secondo quanto riferito dal parroco della zona. Tra le due famiglie inizialmente c’era un grande feeling, rovinato dalle liti degli ultimi mesi.

f.d’a.