Dalla padella alla brace. Treni, bufera pendolari sulle proposte regionali: "I nuovi orari non servono"

La promessa di un miliardo non convince i sindaci e il comitato "Con lo slittamento di 15 minuti la mattina c’è chi perderà il lavoro". Occhi puntati sulle sovrapposizioni tra convogli lungo la Direttissima.

Non è bastata la promessa di un miliardo per la Firenze-Arezzo a rasserenare i sindaci del Valdarno e il comitato dei pendolari. Nel day after del vertice in Regione con l’assessore Baccelli, Trenitalia e Rfi, sono fioccate le reazioni alla proposta di rafforzamento di una delle tratte ferroviarie più discusse della Toscana. Misure palliative le ha definite Maurizio Da Re, che ha elencato tutte le criticità presenti nella bozza. Secondo il portavoce dei pendolari si tratta di una semplice modifica degli orari dei treni regionali, senza intaccare l’alta velocità. "Per il treno Foligno 4070 - spiega Da Re - fra i più critici della mattina, viene proposto un assurdo slittamento di 15 minuti nell’arrivo a Santa MariaNovella alle 8.52, conseguente a una sosta del treno alla stazione di Arezzo: ciò comporterebbe un problema per i pendolari nell’ingresso al lavoro dopo le ore 9 a Firenze, l’impossibilità di una importante coincidenza da Campo di Marte per Rifredi-Prato, la penalizzazione dei pendolari della Valdichiana e di Arezzo per la sosta di 15 minuti alla stazione di Arezzo".

Passando ai convogli che transitano in fascia pomeridiana, "per il treno Foligno 4085 delle 18.14, fra i più usati del pomeriggio, viene proposto un posticipo migliorativo di 4 minuti alla partenza da Firenze, ufficializzando un ritardo che già oggi è nei fatti con interferenze con l’Av. Per il treno Chiusi 4109 delle 17.14, anch’esso molto usato, viene proposto in alternanza con un treno precedente, il Chiusi 4119, sia per il percorso in direttissima che per la modifica dell’orario di partenza, con il rischio di sovrapposizioni - solo 6 minuti di distanza in partenza - e con la perdita di una traccia sulla direttissima, regalata ai treni Av".

Già da un’analisi preliminare, dunque, le modifiche suggerite potrebbero addirittura complicare la vita di coloro che quotidianamente si spostano nel capoluogo fiorentino per motivi di studio e di lavoro. Perplessità anche sul sesto binario tra Rovezzano e Arezzo, visto che ancora non è chiaro se si tratta di un raddoppio della direttissima o della linea lenta aretina. Poi, in vista del prossimo incontro, Da Re non è intenzionato a recarsi nuovamente a Firenze a mani vuote. Sulla pagina Facebook del comitato lancerà infatti un sondaggio, i cui esiti verranno sottoposti al tavolo istituzionale. "Non appena riceveremo dalla Regione le schede di Rfi con le proposte di modifiche dei treni critici, presentate all’incontro - annuncia - le posteremo qui e le sottoporremo a una specie di sondaggio dei pendolari".

Non è mancata la reazione del Movimento Consumatori di Arezzo, che ha rincarato la dose. "Le soluzioni prospettate non appaiono nemmeno lontanamente risolutive dei problemi che da anni affliggono i pendolari - commenta l’associazione guidata da Armando Mansueto - La Regione Toscana non ha capito che ha il potere-dovere di impedire che venga meno il diritto alla mobilità adottando soluzioni tempestive.

In una società globalizzata è impensabile che i lavoratori debbano partire ben tre ore prima per sperare di arrivare in tempo a lavoro, così gli studenti e i pendolari tutti. Il diritto alla mobilità nel Valdarno, e non solo, è un optional.

Non ci fermeremo certamente a queste proposte deludenti e per niente risolutrici. In tutto ciò c’è il rischio che il prossimo 1 luglio ci siano nuovi rincari, causati dall’inflazione".