
Il primo sbarcherà lo staff, il secondo il presidente. L’abbraccio privato con i ragazzi delle due guerre
"Cerco la pace senza vendetta". Lo dice dall’inferno di Gaza, tra le bombe e la gente che muore di fame. Lo scandisce collegato online con Rondine: è un ragazzo palestinese che immerso in quell’orrore vuole sperimentare il metodo della Cittadella dove si impara a diventare costruttori di pace. "Cerco la pace senza vendetta", ripete insieme alla richiesta di entrare nella World House, la casa dove i giovani arrivati da zone che bruciano d’odio, mettono in comune i panni - lavati nella stessa lavatrice -, dolore e speranze. Lui arriverà nel borgo tra un paio di mesi, insieme a israeliani, russi e ucraini. Ragazzi con le cicatrici del conflitto eppure determinati a superare le barriere del rancore per edificare ponti sui quali camminare insieme. Lo imparano a Rondine e poi lo trasformeranno in azioni concrete, al rientro a casa. Sono i ragazzi che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha scelto di incontrare nella chiesetta di Rondine, in un giorno speciale: il giorno della marcia della pace che apre Youtopic Festival (6 giugno). Con loro, idealmente, ci sarà anche il ragazzo che ieri si è collegato online con Rondine da Gaza scusandosi per il ritardo. "Doveva ricomporre diciotto corpi di palestinesi dilaniati dalle bombe" dice con la voce spezzata in gola Franco Vaccari, presidente e fondatore della Cittadella. Solo una manciata di settimane, poi sarà qui, nel silenzio del borgo e misurarsi con le proprie ferite e quelle degli altri, così come accadrà per gli israeliani che abiteranno la World House.
Ieri nuovi sopralluoghi degli uomini del Quirinale per affinare i dettagli del piano sicurezza e limare quelli del cerimoniale. Il capo dello Stato arriverà in elicottero a mezzogiorno e atterrerà sul prato del campetto di calcio. Un’ora prima atterrerà l’elicottero dello staff del Quirinale. "I ragazzi non si deludono mai", è il messaggio per Vaccari fatto recapitare dal capo dello Stato a Vaccari. "Il presidente viene per incontrare i ragazzi", spiega riallacciando il filo del primo faccia a faccia con i giovani della World House, pochi mesi fa al Quirinale. Un incontro "che ha lasciato il segno" e adesso si rinsalda nella visita che Mattarella ha messo in agenda, prima di altri impegni istituzionali. "Mi aspetto quello che si aspettano i ragazzi. Il presidente Mattarella è un uomo che viene con un cuore aperto e quando i giovani entrano nel cuore delle persone, c’è un cambiamento, perchè la forza sta nel costruire relazioni autentiche". Un incontro al quale si stanno preparando con cura, sia nella parte pubblica dove racconteranno il loro percorso, sia in quella più intima e privata, faccia a faccia con Mattarella. I loro sguardi incroceranno poi gli occhi di Liliana Segre che torna a Rondine insieme ai tre figli, nel luogo-simbolo al quale ha voluto consegnare la sua ultima testimonianza pubblica (nel 2020). La senatrice a vita darà il benvenuto al capo dello Stato sopra la pietra che reca incisa la sua frase: "Ho scelto la vita e sono diventata libera".
E proprio lei, sopravvissuta all’orrore di Auschwitz accoglierà Mattarella nello spazio intitolato alla ragazza del campo di sterminio mandata al gas. È l’Arena di Janine, il grande prato dell’abbraccio al presidente della Repubblica con i marciatori che qui concluderanno il cammino. La sfida di Rondine ha anche altri protagonisti: hanno accettato di raccontare il conflitto, quello che ciascuno ogni giorno, vive e affronta. Si infileranno nell’Angolo del Conflitto e spiegheranno come nella loro esperienza il conflitto è stato dolore ma pure opportunità di crescita. È la sfida di Paola Cortellesi, attrice e regista che offrirà uno sguardo personale e artistico sul tema attraverso il cinema (7 giugno). Il coraggio di condividere la fatica e la sofferenza di una scoperta che spiazza, è la sfida raccolta da Agnese Pini, direttrice dei quotidiani Qn, Resto del Carlino, Nazione e Giorno. La sua testimonianza, al centro del romanzo "La verità è un fuoco" animerà l’incontro di domenica 8 giugno. È la sfida del giornalista e scrittore Michele Serra e del regista Gianni Amelio che dialogherà con il pubblico dopo la proiezione del suo film "Campo di Battaglia" nel grande Palateatro. Lì dove il tempo inverte la rotta e lascia spazio alle parole.