
di Laura Lucente
CORTONA
Indagini alla Csi per scovare l’autore della mattanza di cuccioli a Cortona. Ad un mese esatto dall’uccisione brutale di 8 cuccioli gettati in un cassonetto dopo colpi violenti alla testa, si giunge ad una svolta. E la risoluzione del caso arriva grazie alla prova del Dna che ha definitivamente inchiodato alle sue responsabilità il padrone del cane che aveva partorito la cucciolata. Prova richiesta dopo minuziose e attente indagini dalla polizia municipale guidata dal comandante Gianni Landi e che è stata autorizzata dal Comune. Ora la procura ha aperto un’indagine per maltrattamento di animali con l’aggravante dell’uccisione. A finire nei guai al momento è un uomo residente nel cortonese di poco meno di 50 anni. La mattanza dei cuccioli, trovati chiusi in un sacco nero nella frazione di Sant’Angelo, aveva scosso non poco la comunità cortonese dove il fatto è accaduto l’11 settembre scorso. A trovarli, era stata una signora residente della zona che, intenta a buttare una busta della spazzatura, aveva sentito uno strano rumore provenire proprio dal cassonetto. Lo stesso primo cittadino Luciano Meoni, inorridito e affranto per quanto accaduto, aveva chiesto alle forze dell’ordine di fare il possibile per assicurare alla giustizia il responsabile di un gesto così brutale. In un primo momento si era sperato nelle immagini di telecamere della zona che potevano aver ripreso il responsabile mentre gettava i cuccioli nel cassonetto. Ma è stato un primo buco nell’acqua. La polizia municipale non ha, però, gettato la spugna.
Gli uomini di Landi, infatti, hanno svolto un’attenta e minuziosa indagine raccogliendo informazioni e indiscrezioni, arrivando al nome del possibile responsabile. Ma l’uomo, interpellato direttamente dagli agenti, ha sempre negato i fatti. Così è nata l’intuizione di ricorrere al test del Dna per far combaciare i pezzi del puzzle. Grazie alla collaborazione dell’Asl veterinaria di zona è stato prelevato il campione da uno dei cuccioli uccisi e comparato con quello del cane del possibile responsabile. Pochi giorni dopo, il laboratorio privato a cui erano stati affidati i campioni, ha confermato la familiarità genetica. Solo allora il proprietario del cane avrebbe ammesso di aver affidato i cuccioli a un’altra persona, al momento non rintracciata, perché li eliminasse. Potrebbero così salire a due le persone coinvolte nella vicenda. "Chiedo che venga fatta piena luce su questa brutta vicenda – ha ribadito con convinzione il sindaco Luciano Meoni - e ringrazio la Polizia municipale per aver portato avanti le indagini. Ora confido anche nella magistratura. L’amministrazione comunale ha fatto tutto quello che era di sua competenza per fare chiarezza, compresi gli accertamenti tecnici necessari alle verifiche del caso. Ringrazio anche l’Arma dei carabinieri e auspico che tutte le energie messe in campo portino alla definizione delle responsabilità affinché fatti del genere non si ripetano".