"A scaldarmi sono i miei cani": Cristiana, morta di freddo. Nella neve 48 ore

Accade a Badia Tedalda. La donna viveva in un capannone che un tempo era il maneggio comunale

La vittima con uno dei suoi cani

La vittima con uno dei suoi cani

Badia Tedalda (Arezzo), 28 gennaio 2023 - Era arrivata quasi davanti a casa: cinquanta metri, non di più, da quel capannone che aveva occupato da qualche anno, pur di vivere accanto ai suoi cani. Era arrivata da quella "Svolta del Podere" che dalle parti di Badia Tedalda è un po’ il crinale tra la strada, il traffico pur ridotto e la montagna. A fatica, già arrancando, su un cumulo di neve alto almeno un metro. E che per 48 ore l’avrebbe nascosta al mondo. Due giorni pieni, senza essere trovata: morta di freddo, o di un malore comunque legato anche alla bassa temperatura, in un deserto ghiacciato.

A ricalibrare gli orari è lo stesso sindaco Alberto Santucci: in tarda serata, sul suo profilo Facebook. Colloca la morte a lunedì "verso le 15.30". "Lei rientrava da Sansepolcro col pullman e alle 15 ha acquistato le sigarette al bar Il Sottobosco". L’ultimo pacchetto. "Poi si è incamminata verso Crocchiola per portare il mangime ai suoi cani".

Il mangime, o meglio le crocchette, che aveva comprato al Borgo e che trascinava in una busta strapiena: qualcosa per lei, il grosso per i cani, quasi la parabola di una vita. "L’abbiamo trovata mercoledì". Due giorni dopo. Quei due giorni sulla neve, caduta da poche ore. Lei, Mirella Cristiana Gogu, romena di nascita, da anni in Italia, gli ultimi in quel capannone che era il maneggio comunale di Badia, come conferma il sindaco. "Aveva avuto anche una mia denuncia e un’ordinanza di sgombero ma non voleva andarsene".

Santucci non si è mai voluto spingere a richiedere l’uso della forza pubblica per mandarla via. La ricerca di un’alternativa e una era spuntata davvero: ma poi era evaporata. "Rifiutava qualunque soluzione la dividesse dai cani, quella di un fienile a fianco le piaceva, qualcuno bloccò tutto".

Due, spiega Santucci, di quei cani sono morti, tra la fame e il freddo. Gli altri stanno bene. "Già la sera del 23 ho fatto il sopralluogo nel capannone insieme ad una dipendente comunale e a due carabinieri forestali di Badia". I cani razza Mirotic chiusi nei box dei cavalli, solo un cucciolo libero e impaurito in una stanza, gli altri affamati ma sani. Già stanno fioccando le richieste di adozione. Ma per ora sei sono stati portati al canile rifugio di Badia, a Sterpaia Vecchia, e uno in una clinica veterinaria. "Per autorizzare l’adozione aspetto l’assenso scritto da Bucarest della madre di Cristiana", aggiunge il sindaco.

Intanto in paese non si parla d’altro. "Ogni tanto – racconta una ragazza anche alle telecamere della Rai – le offrivamo delle coperte: rispondeva di no, che a scaldarla erano i suoi cani". Ma alla fine non ce l’hanno fatta neanche loro. Una vita di frontiera, davvero border line: lontana anche dall’oasi di Cocchiola, il bellissimo agriturismo della zona. Prima di arrivare da quelle parti aveva vissuto poco lontano, insieme al suo ex compagno, un legame a tratti burrascoso: a Calgaglia, vicino a Colcellalto, una frazione di Sestino. I confini tra i due comuni nella neve diventano ancora più rarefatti, chiari forse solo agli abitanti della zona.

Nella salita quasi terminata verso la sua casa-maneggio si è sentita di colpo mancare il respiro, pare che per recuperarlo si sia perfino strappata la maglia, Il freddo ha fatto il resto. Portandola via alla vita e ai suoi cani, riversa nella neve che per due giorni l’avrebbe resa invisibile.