Crac Castelnuovese: Rosi rischia due anni

Oggi la sentenza sul fallimento della cooperativa edile guidata dall’ex presidente di Banca Etruria: è accusato di bancarotta fraudolenta

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di Federico D’Ascoli

Una storia lunga 60 anni finita in un crac. Il dissesto della Castelnuovese va a sentenza: la cooperativa edile valdarnese fallì nel maggio 2017. Tra gli imputati c’è anche Lorenzo Rosi che è stato anche l’ultimo presidente di Banca Etruria prima del commissariamento.

Per Rosi, che ha guidato la Castelnuovese dal 2008 al 2014, il pubblico ministero Julia Maggiore ha chiesto due e anni e mezzo di reclusione su cui oggi dovrà decidere il giudice Claudio Lara, con l’udienza fissata alle 12.30. L’accusa è di bancarotta fraudolenta in merito alle vicende che hanno portato al fallimento della cooperativa e di alcune società collegate a essa. Secondo il capo d’imputazione, Rosi e altri amministratori avrebbero dissipato circa 16,5 milioni di euro della capogruppo. Secondo la tesi della procura ci sarebbero finanziamenti e crediti trasferiti ad altre società del gruppo edilizio che sarebbero state già "in evidente dissesto economico-finanziario".

Operazioni che avrebbero provocato un danno ai creditori. Inoltre gli imputati, sempre secondo il pm Maggiore, avrebbero "reso impossibile la restituzione delle somme già al momento dell’erogazione e in assenza di adeguate garanzie".

Una galassia infinita di società che ruotavano intorno alla cooperativa valdarnese che aveva iniziato con la costruzione della Casa del Popolo a Castelnuovo dei Sabbioni e poi delle case popolari in mezza provincia, fino ad arrivare al maestoso Ponte Leonardo che sovrasta l’Autosole poco prima del casello Valdarno e che si collega alla variante esterna all’autostrada che porta fino all’uscita di Incisa-Reggello. Tra le società del sistema Castelnuovese a cui sarebbero stati deviati finanziamenti e crediti che la procura considera un danno per i creditori appaiono Toscana Progetti, La Castelnuovese Inerti, Città Sant’Angelo sviluppo, Mandò Village, Cantiere Italia, Infrastrutture leggere, Tuscany company store, Pescara outlet, Metodo, Innova Re, Consorzio integra, Foiano outlet e Consorzio cooperative costruzioni. Rosi è difeso dall’avvocato Antonino Giunta e dall’avvocato Neri Pinucci: "Abbiamo spiegato nell’ultima udienza – precisa l’avvocato Neri Pinucci – che è stata la grave crisi del settore delle costruzioni l’unica causa che ha provocato il dissesto della Castelnuovese".

Davanti al gip Lara sono stati riuniti più procedimenti: a Rosi viene contestato anche il rilascio di fideiussioni a società partecipate nelle polizze. A processo ci sono anche Ubaldo De Vincentis, imprenditore belga con il quale la Castelnuovese ha realizzato l’outlet di Foiano e altri, Fabio Fabrizi difeso dall’avvocato Niki Rappuoli e Alessio Ferrabuoi difeso da Giunta e Pinucci: per tutti la richiesta di condanna è di poco superiore ai due anni. Chiesta invece l’assoluzione per Matteo Frosini.