
Tamponi
Arezzo, 27 giugno 2022 - Non si ferma. In linea con lo stile delle varianti che l’hanno preceduto, il virus finché può corre. E ora corre parecchio. Corre dappertutto ma in provincia corre perfino più che nella media del Paese. Il dato dell’ultima settimana è un campanello d’allarme: i casi sono praticamente raddoppiati. Ci eravamo lasciati a domenica scorsa con un numero settimanale a quota 981. Chiudiamo quella dopo a 1864. Per gli amanti delle percentuali un aumento del 90% ma alla fine siamo lì. Un aumento che sta diventando in progressione geometrica.
Per apprezzarlo ancora meglio fissiamo il punto a 15 giorni fa, estendendo lo scenario. Allora eravamo ancora a 568 contagi settimanali, e già si parlava di crescita. L’attuale asticella conferma che in due settimane sono più che triplicati. E’ quello che avviene ovunque, le varianti 4 e 5 sono forme Omicron ancora più contagiose. Il dato della città è perfino più eclatante. Stavolta su base settimanale, 714 contagi contro 352, oltre il raddoppio.
E in quindici giorni siamo quasi al quadruplo degli allora 192 casi registrati. La forbice tra il dato del capoluogo e quello della provincia si spiega con le cene nei quartieri e con l’effetto Giostra? Nessuno può esserne certo, i movimenti del virus sono a volte imprevedibili, ma diciamo che può essere una pista non del tutto trascurabile. Un rischio calcolato e che non sposta la buona scelta di aver riportato la manifestazione ai suoi livelli abituali.
elle fasce d’età un positivo su 4 è tra gli anziani, in particolare sta crescendo il contagio tra gli ultraottantenni. Chi non ha ancora fatto la quarta dose, tanti, per l’esattezza circa sei su dieci, ha una difesa immunitaria ormai attenuata, risalendo il richiamo booster alla fine dell’autunno del 2021. Continuiamo ad essere una provincia sensibile all’ulteriore richiamo: sfioriamo ormai le dodicimila dosi somministrate, per una copertura della platea vaccinabile del 37/38%. Media nettamente più alta di quella toscana, secondo i calcoli di Gimbe ferma al 21,7, e di quella italiana, attestata al 19,1%.
Anzi, tra le regioni il solo Piemonte è sopra il nostro dato provinciale, con un 39,6%. Detto questo siamo lontani dalla copertura che la Asl vorrebbe e per la quale i medici di famiglia lavorano. Di fatto con i dati dell’ultima settimana siamo ad un numero di casi su centomila abitanti pari a 477: sono 16 le provincie italiane sopra la soglia 500. Ora ci siamo vicini anche noi. In compenso i ricoveri restano in equilibrio, anche se ieri c’è stato un aumento da 4 a 7 pazienti in area Covid, quella dei reparti ordinari.
Omicron, in tutte le sue varianti, non affonda il colpo: i suoi non sono pugni ma al massimo schiaffi. In parte anche grazie alla campagna vaccinale che ci tutela dalle conseguenze peggiori. E che a Ceciliano, lo snodo attuale della Asl, è in ripresa anche grazie alle terze dosi. Chi vuole mandare i figli all’estero, nei college o simili si affretta almeno a completare il ciclo della copertura. Il resto è rimandato a settembre: con la speranza di essere promossi, almeno qui.