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Corruzione: regali a cardiologi, un aretino tra i dieci rinviati a giudizio

Nel mirino è Alessandro Fabiani, in servizio al San Donato: gli viene contestata la corruzione per un viaggio da 1385 euro.

Un'aula di tribunale

Firenze, 5 luglio 2017 - Accusati di corruzione, chi per essersi fatto pagare soggiorni in occasione di congressi, chi vestiti, tablet, telefonini, o per aver fatto da consulenti, pagati, per società che dovevano piazzare gli ‘stent’ impiegati in cardiochirurgia per allargare i vasi sanguigni. Due cardiologi fiorentini di Careggi, due loro colleghi (di Ravenna e Arezzo), più quattro imprenditori del settore, sono stati rinviati a giudizio, ieri, su richiesta del procuratore aggiunto Luca Turco e del sostituto Giuseppina Mione.

Il giudice Mario Profeta ha disposto il rinvio a giudizio per 8 dei 10 imputati nell’inchiesta in cui s’ipotizza una corruzione nella fornitura di dispositivi medici ad ospedali.

A processo sono finiti Luigi Padeletti, direttore della Sod di aritmologia di Careggi, ora a Milano; David Antoniucci, direttore del reparto di cardiologia invasiva I di Careggi; Massimo Margheri, direttore dell’U.O. di cardiologia a Ravenna; Alessandro Fabiani, cardiologia, Usl di Arezzo; Marco e Rudy Bonaccini, rappresentanti per la fornitura dei presidi medico-chirurgici; Angelo Bernasconi, rappresentante di Sorin Grou(p Italia srl, e Massimiliano Collari (Cid spa).

 Alessandro Fabiani, in servizio alla cardiologia del San Donato, lo stesso in cui lavora il primario Leonardo Bolognese, che era stato in principio indagato anche lui ma che la scorsa estate era riuscito a dimostrare la propria estraneità ai fatti: i pm fiorentini hanno chiesto l’archiviazione, disposta dal giudice. Più complessa la situazione di Fabiani, cui viene contestata la corruzione: avrebbe ottenuto per sè e per i familiari il pagamento di spese di viaggio per 1385 euro.

Trasmessi gli atti alla procura di Pistoia per la posizione di Marco De Carlo (medico dell’U.O. malattie cardiovascolari a Pisa) e a quella di Pisa per Giampietro Ercoli, capo-sala a malattie cardiovascolari, Pisa. Per loro si deciderà in un’altra udienza preliminare. Atti a Pistoia e Pisa anche Marco Bonaccini, rinviato a giudizio a Firenze, limitatamente ad alcuni dei fatti contestati.

L’inchiesta della Guardia di Finanza ribattezzata ‘Cuore d’oro’ verte dunque su un ‘traffico di regalie’ in cambio dell’impiego nelle sale operatorie degli stent venduti dai rappresentanti che saldavano conti di alberghi e viaggi per congressi medici, regalavano capi di abbigliamento, sponsorizzavano convegni e affidavano consulenze ai medici. In gergo giuridico «utilità» rilevanti che hanno messo nei guai gli imputati mentre per altri 12 indagati la procura – decaduta l’ipotesi di turbativa d’asta – aveva già chiesta l’archiviazione, disposta dal giudice perché in questi casi le «utilità ricavate» sono state giudicate «minime, riconducibili a rapporti di amicizia» e comunque «non c’è prova di corruzione».

giovanni spano