ANGELA BALDI
Cronaca

"Coprifuoco per i negozi? Basta, abbiamo già dato"

Marinoni netto sulle ipotesi di austerity sull’energia: "Sono altre le soluzioni" Vestri (ristoratori): "Se venisse deciso apriremo prima, non ci ferma nessuno"

di Angela Baldi

Ci risiamo. Dopo il lockdown ecco il coprifuoco. Si chiama austerity, si legge piano d’emergenza con interventi su riscaldamento, aria condizionata e illuminazione, ma potrebbe prevedere anche le chiusure anticipate per i negozi alle 19 e per i locali alle 23. E poi tagli alle industre energivore. Questo prevede la fase 2 dell’emergenza energia, che potrebbe scattare in caso di tagli alle forniture del gas.

Il piano del governo prevede più step a seconda delle necessità che si manifesteranno. Secondo i calcoli con razionamento residenziale e tagli al riscaldamento degli uffici, si può arrivare a risparmiare il 20% del gas che arriva dalla Russia. Una serie di misure estreme da far scattare solo in caso di emergenza. E se nelle case la temperatura dei termosifoni verrebbe ridotta di 2 gradi con paletti sugli orari, il piano prevede anche il coprifuoco sull’illuminazione e in casi estremi chiusure anticipate delle attività.

Gli esercizi commerciali secondo le ipotesi serrerebbero le saracinesche alle 19. I locali come bar, ristoranti, pub e discoteche avrebbero il coprifuoco alle 23. Ma cosa ne pensano commercianti e titolari di attività? "Per adesso non ci sono documenti ufficiali, circolano solo voci sul piano di austerity che il Governo dovrebbe varare in caso di gravi carenze energetiche, dovute al blocco del gas dalla Russia" – dice Franco Marinoni direttore Confcommercio Toscana. "L’ipotesi di un eventuale coprifuoco per negozi e ristoranti ovviamente ci farebbe ripiombare nel pieno dell’incubo pandemico, perché chiudere prima negozi e locali significa impedire alle imprese la libera attività e ai cittadini di svolgere la propria vita normale.

Senza contare che si dovrebbe rimettere in moto il meccanismo dei sostegni alle imprese penalizzate. Non possiamo affrontare una crisi energetica solo con i divieti. Che dobbiamo affrancarci dall’uso di fonti non rinnovabili, come il gas o il petrolio, lo sappiamo ormai da molto tempo. Quello della transizione ecologica è anche tra gli obiettivi del Pnrr. Sarebbe più intelligente accelerare i tempi di realizzazione di progetti alternativi di approvvigionamento energetico. Come Confcommercio stiamo spingendo le imprese a realizzare le comunità energetiche rinnovabili, con vantaggi anche a livello di costi". Dopo 2 anni di restrizioni i ristoranti potrebbero di nuovo chiudere in anticipo.

"Non ci fa più paura niente – dice Federico Vestri presidente dei ristoratori aretini di Confcommercio – se si arriverà a questo anticiperemo l’orario d’apertura. Pur di lavorare e dimostrare quello che siamo in grado di fare dopo tutto quello che è successo, siamo pronti a tutto. Soprattutto se si tratta di un piano nazionale di austerity che non colpisce solo una categoria ma incide sulla vita di tutti, ci adeguiamo. Basti pensare a quello che ci siamo inventati in pandemia col delivery".

Le misure se attuate potrebbero prevedere una stretta anche sulle discoteche, chiuse quasi 2 anni per il Covid e che rischiano di dover spegnere la musica all’ora in cui normalmente verrebbe accesa. "Chiudere le discoteche alle 23 sarebbe il sistema per far girare l’economia? – dice Tito Ghezzi storico gestore di locali da ballo – è follia e il modo per affossare ancor di più l’economia. Iniziamo dalle famiglie non dalle attività commerciali, piuttosto facciamo a meno di qualche comfort a casa, una doccia fredda in più, lasciamo l’energia a chi lavora".