Salvatore Mannino
Cronaca

Consulenze d'oro Etruria: Boschi & c. a processo, è la prima volta

La procura cita l’ultimo Cda per bancarotta colposa: imprudenza negli incarichi affidati per 4,5 milioni. 1,9 milioni a Bain, per Mediobanca 500 mila euro

Pierluigi Boschi

Arezzo, 31 dicembre 2019 - Il percorso netto di Babbo Boschi nello slalom di Banca Etruria finisce alla vigilia di Capodanno, tre anni dopo che era finito nel pieno della bufera. Finisce su un filone tutto sommato secondario come quello delle consulenze d’oro affidate dall’’ultimo Cda di Bpel, nel quale il signor Pierluigi era vicepresidente. Pochi mesi, da maggio 2015 a febbraio 2015, quando la banca viene commissariata, ma sufficienti perchè il pool di Pm che indaga sul crac gli notifichi una citazione diretta a giudizio per bancarotta colposa.

A lui, ad altri undici membri di quel consiglio d’amministrazione, all’ultimo direttore generale Daniele Cabiati e al suo vice Emanuele Cuccaro. Cosa significa? Che Boschi & C. andranno direttamente a processo, nel 2020, davanti al giudice monocratico. La bancarotta colposa, infatti, è un reato che non richiede il filtro del Gip e dell’udienza preliminare per il rinvio a giudizio.

Si va direttamente in aula, come era già successo, sempre nel caso Etruria, per l’accusa di truffa sul collocamento delle subordinate del 2013 poi azzerate. Ed è il primo processo che l’ex babbo più famoso d’Italia deve affrontare, dopo aver schivato il maxi-dibattimento in cui un plotoncino di ex amministratori deve rispondere di bancarotta fraudolenta e (qualcuno) colposa.

E’ una delle due questioni che tenevano col fiato sospeso in queste vacanze di Natale l’ultimo Cda di Bpel, l’altra è la riserva del Gip Piergiorgio Ponticelli che entro il 4 gennaio deve decidere se mandare ancora a processo, sempre per bancarotta colposa, quanti votarono la liquidazione di Bronchi (1,2 milioni lordi, 700 mila euro netti). Per quanto riguarda le consulenze, l’avviso di chiusura indagini, firmato dai Pm Andrea Claudiani e Angela Masiello, era arrivato alla metà di giugno.

I destinatari erano allora 17, ma sono nel frattempo usciti di scena in tre: l’ultimo presidente Lorenzo Rosi, il suo vicepresidente vicario Alfredo Berni e Bronchi. Gli ultimi due sono già stati condannati per bancarotta fraudolenta, il primo è tra i big sotto processo. Per loro vale il principio giuridico del ne bis in idem, non si può essere indagati due volte per lo stesso reato. Nessuno di coloro che con la citazione a giudizio sono passati da indagati a imputati è accusato di aver dissipato fraudolentemente il patrimonio della Etruria che fu.

La contestazione è più leggera, l’aver agito in maniera imprudente nell’affidare gli incarichi a professionisti e istituzioni finanziarie di vaglia per quanto riguarda il processo di fusione che Bpel aveva avviato nei primi mesi del 2014, dopo l’intimazione ad aggregarsi con un «istituto di elevato standing» giunta dal governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco il 3 dicembre 2013. In tutto sono 4,5 milioni, la fetta più grossa, 1, dei quali (1,9 milioni) andò alla società Bain & Co, per la redazione del nuovo piano industriale, ridotta «alla preparazione di mere slides di natura illustrativa».

A Mediobanca, advisor del processo di aggregazione, furono pagati 532 mila euro, «in assenza totale di contrattualizzazione, incarico di fatto con una durata di soli due mesi, durante i quali l’attività si limitò a un contatto via telematico con potenziali investitori». C’è poi il capitolo degli studi professionali incaricati di seguire il dossier.

Quello torinese di Franzo Grande Stevens, l’avvocato dell’Avvocato (Gianni Agnelli) ebbe 824 mila euro per un parere legale, lo studio romano De Gravio e Zoppini altri 800 mila, mandato in bianco per lo studio Camuzzi, Portale e De Marco: 200 mila euro per «assistenza legale alla fusione».

Non ci fu dolo, tuttavia, solo una carenza di sorveglianza, almeno secondo i Pm. La pena infatti è minima: da sei mesi a due anni, ampiamente coperti da condizionale e non menzione. Ma pesa il fatto che per Boschi e gli altri sia la prima volta in aula. In extremis, quando pensavano di essere fuori dalla bufera Etruria una volta per tutte.