
Mauro Peloni
Arezzo, 11 marzo 2021 - E’ un Monopoli che avrebbe fatto rumore in tempi normali, figuriamoci in era di Covid, quando il commercio è paralizzato come un’acciuga sotto sale. In quattro coraggiosi ci provano a smuovere le acque, a cominciare da uno dei grandi nomi dei negozi del centro storico, Mauro Peloni di Sabot, che da qualche giorno ha chiuso le vetrine di via Crispi e da oggi si trasferisce nella parte alta del Corso, nel palazzo del circolo Artistico dove fino a un paio di mesi fa c’era un altro marchio molto noto, Viaggiando di Roberto «Pinella» Rossi, figlio dell’indimenticato allenatore dell’Arezzo, che a sua volta si prepara a riaprire in via Cavour, negli spazi che furono di Artemio Buzzi, uno dei big dell’antiquariato.
Completano il risiko Federico Vestri, presidente dei ristoratori di Confcommercio, che subentra in due delle tre vetrine ex Sabot, e la gioielleria Di & Di, che da via Roma si allarga fino alla terza vetrina che fu di Peloni.
L’operazione si concretizza adesso, con lo spettro della zona rossa che fa tremare i commercianti del centro, di nuovo a rischio chiusura, ma era stata pensata e impostata fra la tarda estate e il primo autunno, quando ci si illudeva ancora che il Covid fosse ormai alle spalle e che uno scossone potesse essere il preludio di una ripartenza del settore.
Mauro Peloni non nasconde i timori di un investimento così importante in un momento come questo, ma allo stesso tempo, da leader del comparto, ci vuole mettere il coraggio di chi crede che l’emergenza non sarà infinita e che conviene adesso dare il segno tangibile di un motore, il commercio, che non vuole saperne di spegnersi. Infatti, nel nuovo Sabot, lui, i familiari, le commesse e gli operai stanno dando gli ultimi ritocchi al negozio, pensato come una razionalizzazione delle insegne precedenti: un solo spazio, grande, al posto di tre vetrine dietro le quali c’erano dimensioni ridotte e anche difficili da gestire.
Spariscono dunque, anzi sono già spariti dalla fine di febbraio, il Sabot Uomo, donna e bambino, con le attività che vengono raccolte tutte insieme: un ampio piano terra commerciale, un seminterrato delle stesse dimensioni trasformato in magazzino, una serie di soppalchi destinati agli uffici e all’’e-commerce, gestito direttamente dalla famiglia.
L’idea è di creare un polo della moda di lusso nell’alto Corso, sfruttando la scia di Sugar. Quanto a «Pinella» Rossi (il soprannome i maschi di casa se lo portano dietro da tre generazioni), la ripartenza dovrebbe avvenire dopo Pasqua e le ulteriori restrizioni che paiono inevitabili, in modo da sfruttare il clima più disteso (almeno si spera) di primavera.
L’insegna potrebbe essere ancora Viaggiando, ma non è detto, di sicuro la filosofia sarà quella del vecchio negozio lasciato a Sabot: vestire quelli che viaggiano o comunque quelli che amano l’abbigliamento da viaggio. L’idea, spiega lui, è poi di aprire anche una seconda vetrina, destinato alla moda più tecnica per chi si muove, ma è tutto rinviato a quando l’emergenza Covid sarà finalmente alle spalle.
Di sicuro ci sono il coinvolgimento di altri soci, che gestiranno l’attività in prima persona, mentre Rossi conta davvero di viaggiare, e il subentro nelle vetrine che furono di Artemio, sfitte da quando la vedova ha ridimensionato la galleria. Alla primavera sono rinviate anche le idee di Vestri, già titolare dell’attiguo Crispi’s e del Ristoburger alla Multisala. Lui per ora non vuole scoprire le carte, che peraltro sono complicate dalla crisi del settore costretto all’asporto.
Una delle vetrine ex Sabot la terrà per sè, ma non sarà un allargamento del Crispi’s bensì un’ attività nel settore della ristorazione con un nuovo marchio, la seconda vetrina invece andrà in subaffitto al migliore offerente. Per la terza c’è già Di&Di, che amplia l’offerta, anche con nuovi gioielli UnoAErre. Per tutti una prova che ci credono mentre tante attività commerciali muoiono: il coraggio di osare nell’ora più buia.