Coltellate nel triangolo della droga Aggredito e ferito a Campo Marte Indagine lampo: c’è un denunciato

Colpito a 25 anni con più fendenti (lama o bottiglia) si trascina sanguinante fino a piazza della Repubblica. Stretto tra due "rivali": preso un senegalese, l’altro in fuga. Sfida sul territorio o un debito non pagato?.

Coltellate nel triangolo della droga  Aggredito e ferito a Campo Marte  Indagine lampo: c’è un denunciato

Coltellate nel triangolo della droga Aggredito e ferito a Campo Marte Indagine lampo: c’è un denunciato

di Alberto Pierini

Travolto dai fendenti si è piegato su se stesso: poi si è rialzato e sanguinante si è trascinato da una parte all’altra della stazione. Un percorso, di notte quasi infinito: da Campo Marte fino a piazza della Repubblica. Ha attraversato il sottopasso di via Veneto, ha girato su via Michelangelo, ha attraversato i Giardini Porcinai e si è andato a rifugiare dietro l’edicola. E lì lo hanno ritrovato i soccorritori del 118, chiamati da chissà chi, pronti a portarlo in ospedale per salvarlo.

E’ la scena da film nella notte aretina. Un venerdì notte, notte di movida ma che di questa vicenda non è neanche parente. Erano già passate le due, quando il venticinquenne, italiano ma di origine magrebina, è stato raccolto nel suo angolo di piazza. A ruota, una volta avvertita, è arrivata la polizia: la mobile guidata da Sergio Leo e che con unì’indagine lampo già nel pomeriggio aveva identificato e denunciato uno degli aggressori. Sì, perché erano due, uno sicuramente senegalese, l’altro probabilmente pure. In una storia che ha tutto il sapore dei crimini legati allo spaccio.

E che in un colpo solo riaccende tutti i riflettori intorno al triangolo della droga. Il percorso affannoso del ventenne da Campo Marte ai Giardini Porcinai sembra ridisegnarne plasticamente l’itinerario. La tregua è finita? Forse non era mai stata a livelli di guardia ma certo non si era mai neanche spenta.

La spartizione del territorio? Lo spaccio di strada, all’origine guidato dagli albanesi, era passato sotto il controllo dei magrebini. Che sia un senegalese protagonista dell’aggressione potrebbe prefigurare un tentativo di insidiare il volante delle notti di paura. Ma dalle prime indagini non è escluso che all’origine ci possa essere un debito non pagato. Vittima e aggressore hanno fior di precedenti, in parte proprio su reati di droga.

E la vittima, fortunatamente fuori pericolo e con una prognosi di 25 giorni, con Arezzo ha poco a che spartire, vivendo nel senese.

Due ipotesi sulle quali la mobile prosegue le indagini: così come sulla ricerca dell’altro responsabile. Già alle 4 gli agenti erano dal ferito, per raccogliere una prima testimonianza, evidentemente determinante per andare subito a bersaglio.

Del resto da qualche settimana il clima era tornato a scaldarsi: a Campo Marte ma in particolare ai Porcinai. Inseguimenti, botte, piccole rese dei conti. Con gli operatori della zona a confermare che non fossero eccezioni ma di nuovo cronaca quotidiana.

Il venticinquenne è stato colpito con una serie di fendenti: non è ancora chiaro se si sia trattato di coltellate o di un collo di bottiglia spaccato.

I colpi sono affondati non solo sulle braccia ma anche sul torace: ma per fortuna nessuno ha colpito organi vitali o ha portato conseguenze peggiori delle lesioni. Che poi è il reato contestato nella denuncia, con l’aggravante dell’uso di un’arma, qualunque essa sia stata.

I sanitari lo hanno trasferito in codice rosso ma poi il quadro clinico al pronto soccorso è risultato migliore. Nel pomeriggio il trasferimento alle Scotte di Siena, non per un aggravarsi delle sue condizioni ma per eseguire esami più approfonditi.

Alle spalle lascia le tracce di un nuovo allarme sul triangolo nero. Il triangolo dello spaccio: alle pendici di Saione, il quartiere presidiato da anni dalle forze dell’ordine. Nel tempo la situazione è migliorata ma le cicatrici restano profonde e quelli della notte rischiano di riportare le lancette indietro nel tempo. Tra l’altro anche a fronte del ritardo di alcuni degli interventi già progettati per ridurre il degrado e limitare i rischi.

Oggi doveva essere il giorno dell’orgoglio del quartiere, quel "Saione Mob" che una volta all’anno affolla le strade e spinge negozianti e residenti finalmente fuori. Destino ha voluto che prima il maltempo e poi le coltellate rimandassero il film a ritroso, accendendo le sirene dell’ennesimo allarme.