Sergio Rossi
Cronaca

Coltellate al collega? "Mi offrì un caffè, la barista ci mise una polverina, un complotto"

L’accoltellatore dal Gip ha farneticato di una trama di più persone per farlo separare dall’amata moglie. Resta in carcere. Polucci si è commosso vedendo la consorte via Skype

Le indagini dopo l'accoltellamento

Arezzo, 3 luglio 2020 - Solo una formalità si era detto, e così in effetti è stato. Il Gip Fabio Lombardo ha accolto integralmente le richieste del pubblico ministero Roberto Rossi e ha di fatto convalidato l’arresto (peraltro tecnicamente rigettato in quanto l’indagato si è costituito), con la custodia cautelare in carcere, di Giovanni Polucci Sabbioni.

L’avvocato Cinzia Giommoni, che assiste l’accoltellatore del deposito comunale, aveva chiesto una misura cautelare meno afflittiva ma che prevedesse allo stesso tempo il contenimento di Polucci, da affidare a una struttura di tipo pischiatrico considerando il suo attuale stato mentale. Il Gip non è stato di questo avviso e ha disposto la convalida ipotizzando un’imputazione provvisoria di tentato omicidio.

In realtà l’accusa potrebbe diventare quella di lesioni aggravate essendo il ferito guaribile in 25 giorni come riporta il referto medico. Il geometra Mario Mastrantone migliora intanto di giorno in giorno nonostante l’ampia ferita al collo, dove Polucci lo ha colpito con una coltellata. Si ampliano anche i contorni di ciò che il cinquantanovenne aretino, già due volte giudicato non punibile dopo un doppio ferimento (clamoroso quello del 1995 ai danni di un altro collegam fotocopia dei fatti di lunedì scoros), ha dichiarato al giudice.

In un evidente stato confusionale ha parlato, per giustificare il gesto, di un complotto ai suoi danni ordito da più persone. Mastrantone, ha riferito nel suo delirio, lo avrebbe attratto in un bar con la scusa di offrirgli un caffè, approfittando però della complicità della barista che nella tazzina avrebbe versato una misteriosa polverina bianca. Il tutto riconducibile al disegno di farlo separare dalla moglie.

Moglie che nonostante le intuibili difficoltà, non ha mai lasciato solo il marito neppure per un istante, confermando anche in questa terribile situazione di essergli vicino anima e corpo. Con lui in carcere si è collegato via Skype e Polucci, non appena l’ha vista, è scoppiato in un pianto dirotto. Un altro chiaro segnale di come la patologia che affligge il dipendente comunale aretino avesse raggiunto il limite di guardia e di com, in ogni caso, il legame con la consorte resti sempre fortissimo.

Prima dell’aggressione di lunedì, c’erano stati appunto due altri gravi episodi che avevano avuto come protagonista Giovanni Polucci Sabbioni, entrambe le volte ricoverato in una struttura psichiatrica ma una volta dimesso tornato al posto di lavoro, così come prescrive la legge.

In ogni caso il sindaco Alessandro Ghinelli ha comunque disposto l’avvio di un’indagine interna tesa a ricostruire l’intero iter lavorativo di Polucci, le mansioni che gli erano state affidate, l’ultimo incarico al campo scuola, le circostanze che hanno portato all’aggressione ai danni del capufficio Mario Mastrantone.