
Il presidente di Estra Francesco Macrì
di Salvatore Mannino
Gli studiosi di tattica militare la definirebbero una brillante manovra di aggiramento. Messa a punto da dodici Comuni di centrosinistra e tre civici o vicini al centrodestra che stamani si costituiranno parte civile nell’udienza preliminare Coingas che finalmente decolla, superando l’ostacolo del no pronunciato nell’assemblea della società al centro dello scandalo che fa tremare i palazzi del potere aretino e che è la cassaforte della quota provinciale dei gigante dell’energia Estra. In quella sede era bastato il diniego del Comune di Arezzo, detentore da solo del 45 per cento, con l’astensione di Bibbiena, a piegare la volontà degli altri enti locali. Ma c’è sempre un ma. E quel ma è l’arzigogolo studiato dagli avvocati: se non si costituisce Coingas, possono costituirsi i singoli soci, anche loro danneggiati in teoria dai potenziali reati dei primi quattro capi di imputazione.
Detto e fatto. L’avvocato Riccardo La Ferla ha avuto il mandato di tutti i Comuni in cui governa il centrosinistra in Valdichiana e Casentino, da Foiano e Lucignano della sindaca pasionaria Roberta Casini, da sempre voce critica nelle assemblee del Coingas, a Poppi e Pratovecchio, passando per Monte San Savino, Civitella e altri centri minori. Al collega Davide Scarabicchi si sono invece rivolti Sansepolcro, Capolona e Subbiano, dove governano maggioranze civiche o tendenti al centrodestra. Restano fuori dalla contesa tre grossi Comuni come Cortona, Castiglion Fiorentino e Bibbiena. Più Anghiari che grande non è ma ha quote rilevanti.
Ovviamente gli enti locali che aggirano il capoluogo, nel quale ci sarebbe stato il paradosso del sindaco Ghinelli, rappresentante pro-tempore, che si costituisce contro se stesso imputato, possono entrare nel groviglio di accuse del caso più scottante politicamente dai tempi di Variantopoli solo per quanto li danneggia. Quindi i primi quattro capi di imputazione, i peculati contestati all’avvocato Pier Ettore Olivetti Rason (300 mila euro di incarichi fittizi secondo la procura), al commercialista Marco Cocci (altri 120 mila euro) e al loro committente, l’ex presidente Sergio Staderini, l’unico che si appresta a chiedere il rito abbreviato, più il favoreggiamento del presidente attuale Franco Scortecci e l’abuso d’ufficio di Ghinelli e del suo assessore Alberto Merelli: tentando di coprire il caso delle consulenze d’oro avrebbero ridotto i dividendi degli altri Comuni.
Ma l’importanza dell’udienza preliminare che comincia oggi dopo la falsa partenza di un mese fa (e stavolta le notifiche paiono a posto) va ben al di là. Lo dicono già i nomi eccellenti degli accusati: non solo il sindaco, non solo Merelli, ma anche, insieme a tanti altri big, il presidente di Estra Francesco Macrì, già accusato di abuso d’ufficio (con Ghinelli) per la sua nomina nel colosso del gas quando era ancora consigliere comunale, che oggi vedrà cadersi sul capo un’altra imputazione, il concorso in peculato per gli incarichi già detti. Lo tira dentro il "pentito" Staderini, che nell’interrogatorio di dicembre ha raccontato di essere stato indotto proprio da Macrì ad affidare le consulenze di Olivetti Rason.
La difesa, che sicuramente chiederà un termine per studiarsi le nuove accuse, può accettare l’ulteriore contestazione oppure costringere il procuratore capo Roberto Rossi, in aula personalmente, a notificare un altro avviso di chiusura indagini, con quello che ne segue. Si vedrà, ma sarà comunque un’udienza col botto.