Cna: “Servono più tutele per il settore legno che caratterizza il made in Italy”

Vecchio presidente Cna Legno e Arredo: “Tra caro bollette e aumento delle materie prime si rischia il tracollo”

Vecchio

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Arezzo, 29 settembre 2022 - Il caro bollette si è trasformato rapidamente in un più generico caro vita, a esserne colpite sono famiglie e imprese. Queste ultime, in particolare, sono in forte sofferenza: gli aumenti spropositati di fatto neutralizzano i guadagni e il pericolo di chiudere è dietro l’angolo. A fare il quadro della situazione è Maurizio Vecchio, presidente di CNA Legno Arredo, titolare di un’azienda in Casentino: “Si sta avvicinando la tempesta perfetta. I problemi che il caro bollette porta con sé sono enormi. Non si tratta soltanto delle cifre stratosferiche che bisogna pagare per l’energia, bisogna aggiungere l’impossibilità di fare preventivi.

Si sta consolidando la prassi secondo la quale, i nostri fornitori prevedono incrementi indicizzati in base all’andamento del mercato al momento della spedizione. Significa che se ho ordinato una fornitura due mesi fa, a un determinato prezzo, corro il rischio di dover pagare di più alla consegna perché nel frattempo sono aumentati i costi energetici. Peccato che io con i miei clienti ho pattuito un prezzo e non posso inserire in fattura la voce ‘rincari legati al costo dell’energia’. Il rapporto tra un artigiano e i suoi clienti non può svolgersi in quel modo, anche perché le famiglie stanno facendo i conti con gli stessi rincari. La conclusione è che sui lavori già pattuiti, i margini di guadagno si riducono. Inoltre, le nuove commesse saranno sempre meno: in una famiglia dopo aver pagato per beni e servizi necessari, dopo aver pagato le bollette e messo qualcosa in tavola, lo stipendio è finito e la cameretta nuova va a finire in fondo alla lista delle cose da fare.

Mi piacerebbe poter offrire spunti per una soluzione, ma sinceramente non ne ho. Dico però che il manifatturiero è sempre stato un fiore all’occhiello del Made in Italy, perciò spero che il nuovo Governo tenga conto dell’importanza del settore e intervenga con provvedimenti ad hoc. Se perdiamo le maestranze, le perdiamo per sempre”. A Vecchio fa eco Luca Crafa, titolare di un’azienda in Valdichiana: “In questi mesi la bolletta è triplicata e il costo delle materie prime è aumentato, dal 25 fino al 60%, per alcuni materiali. Per fare un esempio: produrre un armadio, rispetto solo a qualche mese fa, costa il 25% in più. Il che significa che devo aumentare inevitabilmente il prezzo del prodotto finito, quindi avrò meno commesse, perché la crisi è generalizzata. Stiamo già constatando una diminuzione degli ordini. La cosa ancora peggiore è che non vedo soluzioni. Dove possibile, cerchiamo di trovare materiali con prezzi minori per abbassare i costi di produzione, ma non è sempre possibile”. Infine, Roberto Caneschi, titolare di una ditta ad Arezzo, spiega: “A livello aziendale la situazione è insostenibile.

Il Covid ci aveva già messi in ginocchio, ora i rincari generalizzati rischiano di darci il colpo di grazia. Tra le difficoltà del settore aggiungo anche l’impossibilità di trovare manodopera. Ho lavoro da offrire e non viene nessuno. Anche in questo le istituzioni dovrebbero aiutarci, attuando la promessa detassazione del costo del lavoro. Non voglio più soldi per me, voglio poter dare più soldi a un operaio così da invogliarlo a venire a lavorare. Sul caro energia c’è poco da aggiungere, mi sono visto arrivare bollette triplicate. Si è creata una situazione paradossale per cui, pur avendo ordini in corso, vedo complicato arrivare in fondo all’anno. In questo momento verrebbe solo voglia di chiudere”.