
Clarissa Burzi
Pieve Santo Stefano (Arezzo), 25 luglio 2024 – Sarà una mattinata di tristezza e di raccoglimento, quella di oggi a Madonnuccia, la frazione di Pieve Santo Stefano ricostruita sopra l’invaso di Montedoglio nella quale abitava con la famiglia Clarissa Burzi, la ragazza 15enne morta alle 19 di lunedì scorso sulla provinciale 77 mentre con il suo scooter era arrivata a pochi chilometri da casa. Una comunità piccola e tranquilla, quella appunto di Madonnuccia, che però oggi non vivrà di certo una giornata ordinaria, dal momento che si fermerà per dare l’ultimo saluto alla sfortunata compaesana, tolta di scena da un destino così crudele che se l’è portata via nel fiore degli anni.
Troppo forte è ancora il dolore per la morte di una giovane piena di vitalità e di interessi. Relativamente alle procedure di carattere burocratico, nel pomeriggio di martedì il medico legale ha proceduto con la ricognizione cadaverica sul corpo della giovane, trasferito all’obitorio dell’Ospedale della Valtiberina di Sansepolcro, dopo che il pm Chiara Pistolesi aveva disposto il sequestro come atto dovuto. Il nulla osta per la riconsegna alla famiglia è stato dato ieri mattina e per stamani alle 10.30 sono in programma le esequie funebri con rito civile all’interno del cimitero di Madonnuccia.
È qui che anche i conoscenti e gli amici che le erano affezionati potranno pregare o rivolgere a lei un pensiero, compreso il sindaco Claudio Marcelli che, nonostante molteplici impegni, ha espresso la volontà di far visita anche lui alla salma. È previsto un afflusso piuttosto consistente di persone: certa è la presenza dei compagni della classe prima (ora seconda), sezione A, del liceo Plinio il Giovane di Città di Castello, scuola che frequentava con in più l’attività del teatro, ma anche la società Scherma Altotevere sarà presente con una rappresentanza di compagni di squadra, considerando i diversi anni nei quali ha praticato la disciplina della spada. Il resto è purtroppo cosa oramai nota: la ricognizione non ha fatto altro che confermare come si sia trattato di una tragica fatalità, dovuta a chissà quale motivo; in quella curva dopo il rettilineo, seguendo la direzione di Baldignano, il suo scooter è uscito di strada e la sorte, per lei segnata nel modo peggiore, ha voluto che battesse violentemente la testa contro una palina della fermata dell’autobus, ponendo fine a tutti i sogni e le ambizioni che aveva.