Circoli Arci in ansia: tutti a rischio chiusura

Forti restrizioni anche per le strutture presenti nella vallata. L’allarme lanciato dal presidente del comitato. "Così non si va avanti"

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Il presidente di Arci Valdarno Marco Mini.

di Marco Corsi

Il nuovo decreto del Governo, che impone forti restrizioni anche per luoghi di socialità come i circoli, preoccupa e non poco il mondo Arci del Valdarno, al punto che sono a rischio i 69 circoli del Valdarno Aretino e Fiorentino, e con loro una insostituibile rete di presidio del territorio e della coesione sociale. "Sono a rischio – ha detto il presidente di Arci Valdarno Marco Mini – perché soffocati dalla mancanza di aiuti economici e dalla poca chiarezza dei provvedimenti del Governo".

Mini ha ricordato che i circoli, sin da marzo, si sono attivati responsabilmente, anche prima delle disposizioni normative, limitando le proprie attività, adoperandosi per un attento rispetto delle linee guida, adottando specifici protocolli anti contagio, formando i propri dirigenti e i volontari.

"Durante il lockdown – ha aggiunto – molti di loro hanno contribuito alla coesione sociale delle nostre comunità con una particolare attenzione alle categorie di persone più vulnerabili. I nostri circoli rappresentano un tessuto associativo di comunità, un presidio del territorio, una insostituibile rete di volontariato che opera per la coesione sociale e crea aggregazione. Molti di loro sostengono con beneficienza importanti realtà solidali del territorio e rappresentano un primario intervento sociale rispetto ai bisogni delle comunità. Il tutto – viene sottolineato – finanziato prevalentemente con risorse proprie e non pubbliche".

"Per garantire la continuità della nostra funzione – ha concluso Mini – è necessaria e urgente una chiara collocazione dei nostri presidi all’interno delle misure di sostegno, anche in vista dell’importante intervento di tenuta sociale per il contrasto alle conseguenze della pandemia che richiederà uno sforzo di ancora maggiore intensità nei mesi a venire".

All’interno dei locali sono svariate le attività sospese. Ad esempio al circolo Asso di Fiori della Gruccia, al confine tra Montevarchi e San Giovanni, ha sede l’Inter Club Valdarno e il consiglio direttivo del’associazione ha comunicato ai tifosi nerazzurri che, almeno fino al 24 novembre, sarà chiusa la sala partite. Niente calcio in compagnia, quindi, per i supporter della Beneamata.

E non solo per loro. Basti pensare ai locali che, dopo le 18, consentivano la visione delle gare di campionato di e di coppa. Nelle ultime ore il comitato Arci Valdarno ha inviato una circolare ai circoli con le nuove disposizioni. Sulla stessa situazione anche i circoli Acli.

"Ad oggi – ha commentato il presidente toscano delle Acli, Giacomo Martelli – permangano nei provvedimenti del Governo riferimenti non chiari rispetto alla nostra tipologia associativa e all’esercizio delle attività di interesse generale. Una situazione di incertezza assurda per tutti i nostri circoli ricreativi e culturali che fanno parte della tradizione toscana e con una identità ben definita all’interno del terzo settore".

"Siamo uno stabile riferimento della pubblica amministrazione e sosteniamo con solidarietà e beneficienza molte realtà del territorio – ha aggiunto presidente Arci Toscana, Gianluca Mengozzi – Tutto con le risorse delle proprie attività di autofinanziamento e senza gravare sui bilanci pubblici". Insomma, il grido d’allarme è risuonato forte e chiaro.