Chiude la Casa di Lucia, ricorso al Tar Famiglie disperate chiedono tempo

L’amministratrice della struttura che accoglie gli anziani chiederà un proroga di 10 giorni . Il problema nasce dall’interpretazione di una legge regionale che esclude chi non è autosufficiente

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di Angela Baldi

Che ne sarà di loro da lunedì? C’è una spada di Damocle sulla testa degli anziani ospiti della casa famiglia Armonia di via Erbosa chiusa la settimana scorsa. Stando al provvedimento che si basa sul verbale della polizia municipale, la chiusura formale scatta il 16 maggio. Per questo l’amministratrice tramite il suo avvocato, chiederà una proroga di 10 giorni: "per cercare di allocare gli ospiti che in questo momento hanno comprensibili difficoltà". La società che gestisce la casa famiglia per anziani ha intenzione anche di fare ricorso al Tar e si è affidata a un legale.

La Casa di Lucia ha prodotto la documentazione, la licenza per ospitare sotto forma di casa famiglia un massimo di 8 persone che abbiano un certo grado di autosufficienza. Una definizione che lascia spazio a interpretazione e che si inserisce nelle pieghe di una legge regionale non chiara. "La legge non ammette alternative, esco da questo incontro mortificata sapendo che ho incontrato familiari a cui non stiamo garantendo serenità", così martedì il vice sindaco Tanti ai margini dell’incontro coi familiari che adesso si trovano in difficoltà non sapendo dove ricollocare i propri cari. Piene le rsa e impossibilitati a seguirli a casa, complicata anche la via di una nuova casa famiglia, visto che con questa interpretazione della legge, ora a rischio sarebbero tutte le strutture simili, una ventina solo nel comune. I fatti sono noti, giorni fa la polizia municipale durante un sopralluogo aveva verbalizzato la condizione non adeguata degli ospiti di Armonia, gestita da Casa di Lucia.

A creare il problema il riconoscimento dell’accompagnamento da parte dell’Inps agli anziani. Un criterio che, per la normativa regionale, non sarebbe adeguato per l’inserimento in casa famiglia comportando la non autosufficienza. "Cosa succederà da lunedì?" dicono preoccupati i familiari degli anziani. "Chiederemo una proroga di 10 giorni perché le famiglie trovino una collocazione – spiega l’amministratrice– e abbiamo dato mandato all’avvocato di fare ricorso al Tar: il legislatore chiarisca di chi sono le competenze per decidere sull’autosufficienza e i criteri, o si rischiano interpretazioni soggettive.

Chiederemo di unirsi a noi nel ricorso anche ad altre associazioni che potrebbero finire nella stessa situazione se si procede con questa interpretazione della legge che riguarda tutte le case famiglia per anziani del territorio. Strutture, che non sono rsa, ma che si avvalgono di personale qualificato e colmano un bisogno di tantissime famiglie. Facciamo appello alla politica perché autorizzi un cambio di normativa, la cura agli anziani è un problema di tutti, ricade su chi fa questo lavoro ma soprattutto sulle famiglie. Invitiamo Comune e Asl a un tavolo di lavoro e a concedere una deroga per il tempo necessario alla Regione a modificare la legge lacunosa".