Caterina, il dolore del padre. Appello ai magistrati: "Fate presto"

Un anno senza Caterina: la famiglia di Alberoro è colpita da un dramma enorme. La procura aretina ha aperto un'indagine su tre medici accusati di lesioni gravissime e omicidio colposo. Il padre Gabriele chiede ai magistrati di fare presto.

Caterina, il dolore del   padre. Appello ai magistrati: "Fate presto"

Caterina, il dolore del padre. Appello ai magistrati: "Fate presto"

Un anno senza Caterina. Al dolore si somma l’amarezza che prova a contenere la rabbia di Gabriele Succi, padre della bimba scomparsa per una grave infezione polmonare e marito di Cristina Rosi, la mamma di Caterina. La storia di una famiglia colpita da un dramma enorme che segna le vite di tante persone: su tutte quella di una giovane madre che nel 2020 al settimo mese di gravidanza fu colpita da arresto cardiaco. La piccola fu fatta nascere con parto cesareo ma entrambe riportarono gravi lesioni motorie e neurologiche. Da allora un calvario per questa famiglia di Alberoro, per la quale un’intera comunità si è mobilitata. Ora a distanza di un anno dalla morte di Caterina e con Cristina tornata a casa ma bisognosa di assistenza giorno e notte, Gabriele non nasconde l’amarezza per una vicenda giudiaria non ancora definita. Il dossier dalla procura aretina è passato a Firenze, ma ad oggi non ci sono novità. Ed è su questo punto che si leva la voce di Stefano Maccioni, legale che assiste la famiglia aretina. Spiega di aver contattato la procura fiorentina ma di non avere ricevuto novità sull’andamento della vicenda giudiziaria. è chiaro il disappunto per il tempo che passa e il timore che la storia di Cristina, Caterina e Gabriele finisca tra i faldoni in lista di attesa. Di qui l’appello ai magistrati a fare presto. Sotto indagine ci sono tre medici accusati di lesioni gravissime nei confronti di Cristina, e omicidio colposo per Caterina. Intanto Gabriele affida a Facebook il ricordo della figlia: "Insieme a te se n’è andato via mezzo del mio cuore, una ferita che non potrà mai rimarginare". LuBi