Casi in pole per la Lega, stallo Pd in Provincia

L’assessore comunale è la prima opzione per la segreteria aretina. Centrosinistra sfoglia la margherita sul nome che sfiderà Chiassai

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di Lucia Bigozzi

L’agenda politica si infittisce di incontri e scadenze. Nella Lega si lavora alla stagione dei congressi e in attesa che il leader Matteo Salvini confermi il calendario congressuale - questione di ore dicono dai ranghi aretini del Carroccio -, la road map prevede a dicembre l’apputamento per rinnovare la segreteria proviciale. Secondo step dopo il congresso comunale che ha "incoronato" il capogruppo in consiglio comunale Federico Rossi, successivo al passo indietro di Paolo Ammirati che alla ricandidatura ha preferito il lavoro di retrovia per consolidare e rilanciare la rete territoriale del partito. Se Salvini confermerà l’attuale calendario, i leghisti aretini dovranno eleggere il nuovo segretario provinciale tra meno di un mese. Il che significa una corsa contro il tempo, visto che tutto dovrà concludersi almeno entro il 20 dicembre per non impattare sulla pausa natalizia.

Il coordinatore uscente Matteo Grassi ha annunciato l’indisponibilità alla ricandidatura e si lavora a un’ipotesi su cui convergere. L’idea al centro del palcoscenico delle opzioni, è quella dell’assessore comunale ai lavori pubblici Alessandro Casi. Nessuna conferma per il momento, ma i rumors che raccontano il lavorìo dietro le quinte, vanno tutti in quella direzione. L’altro appuntamento dell’agenda politica è l’elezione del presidente della Provincia. Il d-day è tra una manciata di settimane e nel centrodestra partiti ed eletti sono impegnati nella raccolta di firme (ne servono 75) per presentare la candidatura di Silvia Chiassai, riconfermata nella corsa ai piani alti del palazzo dirimpettaio del Comune.

Attorno al suo nome la coalizione si è rinsaldata dopo le fibrillazioni che avevano portato nell’agone della competizione interna anche il sindaco di Anghiari Alessandro Polcri, portavoce dell’area civica e moderata, insofferente per "il ruolo non valorizzato della Valtiberina che merita una rappresentanza adeguata".

Di qui la sollecitazione per la vicepresidenza della Provincia, secondo Polcri appannaggio di sindaci ed eletti che non appartengono alle scuderie dei partiti per riequilibrare lo "sbilanciamento". Polcri ha fatto un passo indietro rispetto alla candidatura di Silvia Chiassai che ha prevalso nei tavoli con i primi cittadini e i partiti in ragione del criterio di continuità amministrativa per completare i progetti messi a terra. Questa è la radiografia nel centrodestra, quella nei ranghi opposti al momento è un’immagine senza forma. A meno di un mese dal voto, il centrosinistra non ha ancora espresso il candidato che sfiderà Chiassai.

Nelle stanze della segreteria provinciale si cerca di trovare una quadra e Francesco Ruscelli ha annunciato un tavolo con i sindaci per capire chi è disposto a scendere in campo. Il punto è proprio questo, perchè i due sindaci candidabili per la regole dei 18 mesi, Andrea Tavarnesi (Civitella) e Roberto Pertichini (Montemignaio) non hanno alcuna intenzione di infilarsi in una competizione data per persa in partenza, visti i numeri a favore del centrodestra.

Pertichini si è già dichiarato fuori dalla partita: "Preferisco concentrarmi sul lavoro da sindaco di una comunità di montagna". Lo stallo in attesa di una moral suasion dei vertici provinciali del Pd rischia però di trasformarsi nella difficoltà di dare un nome alla sfida contro Chiassai. Un rischio che molti sindaci di centrosinistra non dicono, ma temono. I telefoni spenti, ieri, suonano come un presagio.