
Carlo fra lizza e amaranto "Una Giostra da rovesciata"
di Federico D’Ascoli
I posti in piedi di Sant’Andrea tra i primi ricordi di Giostra ma anche un gol in rovesciata con la maglia che ogni aretino vorrebbe addosso: amaranto. Bianca per l’occasione, in una notte di 4 anni fa a Viterbo.
Carlo Pelagatti, tra i calciatori aretini che hanno giocato nell’Arezzo, è quello più legato alla sfida di piazza Grande. Oggi gioca nel Legnago, vicino a Verona, un altro girone rispetto all’Arezzo.
Domenica 3 settembre "ad ora diciassettesima" rientrerà dagli spogliatoi per il secondo tempo della partita contro l’Arzignano. Squadra avversaria dai colori gialloblù, come il Santo Spirito, fermato dalla vittoria biancoverde nella notturna: "La prima cosa che farò sarà collegarmi dal cellulare per vedere cosa succede alla Giostra. Per fortuna a giugno c’ero, dopo tre anni di assenza, è stata una gioia incredibile tornare alla vittoria grazie anche al contributo di Martino Gianni. A settembre è sempre così: mi devo accontentare di vederla da lontano. Ma fare cappotto, con la lancia dedicata al Cavallino, sarebbe il massimo".
Nato e cresciuto a pochi metri da piazza San Giusto, è passato dal vivaio amaranto al debutto tra i professionisti il 12 gennaio 2009 in Cavese-Arezzo 2-2. Dopo dieci anni in ritorno a casa nel 2018-19 con un solo gol, indimenticabile, in 31 presenze.
Quella rovesciata prefetta a Viterbo nel quarto di finale dei playoff per la serie B: "Il ricordo di quel gol in casa della Viterbese è ancora vivo – si emoziona Pelagatti – c’erano i miei amici a vedermi, con loro ho fatto trasferte ed esperienze di Giostra. C’era pure mio fratello Saverio che condivide con me la passione per Sant’Andrea e ha pure partecipato come cavaliere alle prove generali. Ha fatto l’arbitro in serie C ma era lì come semplice tifoso dell’Arezzo: abbiamo festeggiato abbracciandoci dalla recinzione della curva di Viterbo, da brividi".
C’è un altro momento, lontano, da tenere a mente: "A Cava de’ Tirreni nel 2009 debuttai tra i professionisti: pareggiammo 2-2. Avevo appena 20 anni e presi il posto di Bricca infortunato: una splendida giornata. Sono poi tornato nel 2018 e con un pizzico di fortuna in più nelle partite con il Pisa saremmo potuti salire in serie B. Peccato".
Il biancoverde è una passione dalla nascita: "La mia è una famiglia di quartieristi da sempre – ricorda Pelagatti – forse ho iniziato a camminare in via delle Gagliarde, e quando avevo 12 o 13 anni e andavo nei posti in piedi: eravamo quelli che le bandiere le sbattevano nelle reti. Quella volta vincemmo: è questa rivalità, anche accesa, la vera bellezza della Giostra".