REDAZIONE AREZZO

Canone speciale Rai, Confartigianato:“Aziende aretine sotto attacco”

“Una vergogna l'invio massivo di bollettini anche a chi non ha apparecchi TV o radio. Sulla questione intervengano Ministero e Garante della Privacy”

Marco Bacci, Responsabile provinciale delle categorie di Confartigianato Arezzo

Marco Bacci, Responsabile provinciale delle categorie di Confartigianato Arezzo

Arezzo, 3 luglio 2025 – Confartigianato scende in campo contro l’ennesima ondata di richieste di pagamento del canone speciale RAI, recapitate in questi giorni a migliaia di imprese aretine, anche a quelle che non possiedono alcun apparecchio radiotelevisivo.

Un comportamento inaccettabile, che sembra mirare a spaventare gli imprenditori inducendoli a pagare per evitare accertamenti, sanzioni o contenziosi, pur non essendo tenuti a farlo. “La misura è colma – tuona Marco Bacci, Responsabile provinciale delle categorie di Confartigianato Arezzo – Da anni denunciamo questi solleciti aggressivi, spesso infondati, che creano confusione e alimentano incertezza. Le imprese non sono bancomat da spremere con pratiche scorrette e borderline.

È ora che la RAI venga richiamata alle proprie responsabilità”. Confartigianato ricorda che, come ribadito dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, il canone speciale si applica solo nel caso in cui nei locali aziendali siano presenti apparecchi televisivi o radio, e non in caso di utilizzo di strumenti come computer, smartphone o tablet.

“La RAI finge di non sapere – prosegue Bacci – e continua a inviare lettere a tappeto, presumendo il possesso di apparecchi senza alcuna verifica. È una modalità aggressiva e potenzialmente ingannevole, che mette sotto stress migliaia di piccole imprese già schiacciate da tasse, burocrazia e adempimenti continui”.

Confartigianato invita tutte le imprese non soggette all’obbligo a rispondere con una PEC o raccomandata alla sede RAI competente, dichiarando la non detenzione degli apparecchi. “Abbiamo creato una task force – conclude Bacci – per rispondere caso per caso con invio di PEC mirate. Non possiamo accettare che si giochi sull’ambiguità per fare cassa sulle spalle di chi lavora.

Pretendiamo dallo Stato, dalla RAI e dalle autorità competenti una presa di posizione chiara: chi non deve pagare, non deve essere disturbato. Questo pressing continuo è indegno di un Paese civile. In tal senso abbiamo già contattato il Ministero dello Sviluppo Economico e l’Autorità Garante per la privacy tramite la Confederazione nazionale”.

Per saperne di più è necessario contattare il Responsabile provinciale del Settore Categorie e Mercato, Marco Bacci (Tel. 0575314241 – [email protected]).