
Oggi il consiglio comunale è chiamato a votare sul piano del commercio ambulante
Al mercato del sabato sono rimasti 202 banchi, frutto di una scrematura imposta da anni difficili, passati sotto la "lima" del Covid. Di questi solo 28 riservati ai produttori agricoli, uno dei motivi principali a spingere migliaia di consumatori in via Giotto. È una delle curiosità che si riflettono nel piano del commercio ambulante che oggi l’assessore Simone Chierici porterà in consiglio comunale, a caccia di un via libera al regolamento. Un passaggio tecnico, sia chiaro, e niente che cancellerà né raddoppierà il fascino della spesa. Ma che all’interno, a ben guardare, qualche novità la mostra. È un viaggio non solo tra i banchi del sabato ma tra tutte le fiere e gli eventi, antiquaria compresa. Ad esempio dalla cartografia si scopre che la versione ridotta ma pur sempre massiccia della Fiera del mestolo, l’appuntamento dopo l’estate, è ormai sdoganata dalla cartografia. Dalle mappe ufficiali non figurano più la parte alta di via Margaritone, Pietro Aretino, Assab e la stessa Sant’Agostino. Decisioni imposte dal dimagrimento degli operatori, le cui peripezie incrociano tutti gli eventi, ma che a questo punto sono strutturali.
Gli appassionati del mestolo, anche se l’utensile è quasi scomparso dai banchi, avranno comunque spazio per godersi la tre giorni: ma qualcosa è cambiato. Così come è cambiato per la Fiera della Santissima Annunziata, per gli aretini la fiera dei fiori. I lavori in corso all’ex caserma hanno imposto pochi mesi fa un trasferimento: piante e piantine si sono insediate alla Badia. Le cartografie legate al regolamento indicano in quella piazza lo sviluppo naturale dell’evento, insieme alla prima parte di via Garibaldi (non oltre l’incrocio con Porta Buia) e a via Isidoro del Lungo. Alla fine una buona location, i banchi di rose e margherite alla Badia lasciano un’impronta più profonda di quella che avrebbero impresso in piazza del Popolo. Ma è un’altra scelta senza ritorno, a meno di correttivi (improbabili) nei prossimi anni. Così come viene blindata la presenza degli artigiani della Fiera a Sant’Agostino, location un po’ scollegata dal percorso. Fiera appesa ad altre dinamiche.
Tra le pieghe del regolamento qualche rimbalzo c’è. Ad esempio si indicano come molto restrittive le deroghe al rispetto degli orari di apertura e chiusura dei banchi: in pratica una sola, legata al meteo. "In caso di condizioni metereologiche particolarmente avverse (neve o altre calamità) tali da pregiudicare l’incolumità pubblica e la sicurezza delle fiere, può essere consentito l’abbandono anticipato previa comunicazione agli espositori". Come dire: potete farlo quando lo diciamo noi, per dirla con una vecchia gag di Giucas Casella.
Sappiamo che all’Antiquaria non funziona così, spesso già all’ora di pranzo della domenica i furgoni rifanno il carico. Il regolamento consente sanzioni varie, alla volontà politica quella di applicarle o meno. Così come viene lasciata una strada aperta alla svolta tecnologica che Chierici sogna: l’assegnazione dei posti liberi (la spunta) attraverso procedure digitalizzate. Si lascia una strada, promette di dare "congrua anticipazione dell’eventuale adozione di tale modalità". In punta di piedi.