
Nuovo traguardo per il mercatino del Calcit impegnato nel progetto Scudo
Ha ottanta anni, un tempo guidava i treni, oggi con i suoi amici ripara furgoni e trattori ripescati dalle discariche. E lo fa sotto il segno del Calcit. Alessandro Brandi è uno dei punti di forza di Oasi, l’officina aretina di solidarietà internazionale. "Neanche il tempo di aprire il banco e dodici biciclette sono andate a ruba". Naturalmente riparate da lui e dai suoi amici, un po’ agè ma forti come querce. "Aiutiamo il Calcit ma anche tanti altri: uno dei nostri trattori risistemati è andato in Umbria nei giorni dell’alluvione per aiutare a rimuovere il fango". Ieri era domenica ma già domani si ritroveranno nell’officina di via Tagliamento, la sede operativa: ogni martedì da semplici pensionati "timbrano il cartellino" e accendono i motori. Il loro stendardo sventola al sole della mattinata Calcit, prima che nel pomeriggio la pioggia spegnesse i motori e gli entusiasmi. Troppo tardi: la stima è che comunque l’incasso abbia superato i 45 mila euro, quasi sfiorando i cinquantamila. Quell’ora perduta non permette a Giancarlo Sassoli e ai suoi di battere il record del 2024, 57 mila euro: che non è il record assoluto ma una punta dei tempi moderni. "Noi un anno fa abbiamo consegnato 3300 dice giustamente soddisfatto Giovanni Gait. Il suo banco è una piccola gioielleria, spazia dagli orecchini agli orologi. "Un tempo – racconta Sassoli, memoria storica e presidente – c’era una gara a distanza per chi raggranellava le cifre più alte". Ricorda nomi e cognomi, pagine di una storia che ieri ha toccato 47 anni di vita e che neanche la morte dei protagonisti di allora riesce a cancellare. Davanti al banco di Gait e degli altri c’è chi passa con il trolley e lo carica a sfinimento. "Oh, ma contrattano perfino l’euro in meno". La solidarietà non lo permetterebbe ma questa è un’idea che da sempre pesca nel carattere aretino, tra gli affluenti della generosità e del puro commercio. Era il mercato dei bambini, ora l’età media è cresciuta. Ma Sassoli lavora a ridargli slancio: grazie alle scuole, interi istituti sono in strada. Prima hanno dipinto da soli le buste, costano un euro l’una ma valgono la spesa e rafforzano il bilancio finale. Al banco degli arbitri si gemellano le giacchette nere e il popolo del Thevenin. Una volta qui passavano di mano le maglie dei big del pallone, oggi ci si ferma a Biraghi e ad Alexis, o alle divise amaranto autografate da Settembrini. Ma lo spirito resta quello e con 25 euro si porta a casa un pallone a scacchi. "Ciao maestro": tra il pubblico passa Luciano Monticolo, uno degli eroi della promozione dell’Arezzo in serie B del 1969. Di origine è istriano ma il Calcit per lui non ha segreti. E se avesse dubbi può chiedere alle donne del mercatino, protagoniste a Natale, o alle nonne delle mille coperte, pronte a tappezzare di nuovo piazza Grande nel 2026. Uno dei volontari trasforma l’Eden in libreria: centinaia di volumi, raccolti secondo le iniziali degli autori. I piccoli miracoli del Calcit: i volontari sono circa 130, i banchini 250, moltiplicando lo slancio di un’intera città. Che dall’Eden prende la rincorsa per il Mercatino in musica e le varie edizioni sparse tra le frazioni. "Signore, mi compra qualcosa?": una bambina ti insegue per i vicoli della festa, sicura che non le potrai dire di no. Senza sapere che la sua voce si incrocia nel vento con quelle di tanti altri: cresciuti dal ‘78 in poi ma per scoprirsi, quasi cinquanta anni dopo, bambini come allora. Lucia Bigozzi