LUCIA BIGOZZI
Cronaca

Calcit, rincorsa per il futuro. Sfiora i cinquantamila euro e mette in piazza i suoi eroi. Nonni artigiani e bici in fumo

Ultraottantenni riparano i mezzi rotti e li donano: record con le due ruote. Il banco degli arbitri, il saluto di Monticolo, la libreria alle mura, le scuole.

Nuovo traguardo per il mercatino del Calcit impegnato nel progetto Scudo

Nuovo traguardo per il mercatino del Calcit impegnato nel progetto Scudo

Ha ottanta anni, un tempo guidava i treni, oggi con i suoi amici ripara furgoni e trattori ripescati dalle discariche. E lo fa sotto il segno del Calcit. Alessandro Brandi è uno dei punti di forza di Oasi, l’officina aretina di solidarietà internazionale. "Neanche il tempo di aprire il banco e dodici biciclette sono andate a ruba". Naturalmente riparate da lui e dai suoi amici, un po’ agè ma forti come querce. "Aiutiamo il Calcit ma anche tanti altri: uno dei nostri trattori risistemati è andato in Umbria nei giorni dell’alluvione per aiutare a rimuovere il fango". Ieri era domenica ma già domani si ritroveranno nell’officina di via Tagliamento, la sede operativa: ogni martedì da semplici pensionati "timbrano il cartellino" e accendono i motori. Il loro stendardo sventola al sole della mattinata Calcit, prima che nel pomeriggio la pioggia spegnesse i motori e gli entusiasmi. Troppo tardi: la stima è che comunque l’incasso abbia superato i 45 mila euro, quasi sfiorando i cinquantamila. Quell’ora perduta non permette a Giancarlo Sassoli e ai suoi di battere il record del 2024, 57 mila euro: che non è il record assoluto ma una punta dei tempi moderni. "Noi un anno fa abbiamo consegnato 3300 dice giustamente soddisfatto Giovanni Gait. Il suo banco è una piccola gioielleria, spazia dagli orecchini agli orologi. "Un tempo – racconta Sassoli, memoria storica e presidente – c’era una gara a distanza per chi raggranellava le cifre più alte". Ricorda nomi e cognomi, pagine di una storia che ieri ha toccato 47 anni di vita e che neanche la morte dei protagonisti di allora riesce a cancellare. Davanti al banco di Gait e degli altri c’è chi passa con il trolley e lo carica a sfinimento. "Oh, ma contrattano perfino l’euro in meno". La solidarietà non lo permetterebbe ma questa è un’idea che da sempre pesca nel carattere aretino, tra gli affluenti della generosità e del puro commercio. Era il mercato dei bambini, ora l’età media è cresciuta. Ma Sassoli lavora a ridargli slancio: grazie alle scuole, interi istituti sono in strada. Prima hanno dipinto da soli le buste, costano un euro l’una ma valgono la spesa e rafforzano il bilancio finale. Al banco degli arbitri si gemellano le giacchette nere e il popolo del Thevenin. Una volta qui passavano di mano le maglie dei big del pallone, oggi ci si ferma a Biraghi e ad Alexis, o alle divise amaranto autografate da Settembrini. Ma lo spirito resta quello e con 25 euro si porta a casa un pallone a scacchi. "Ciao maestro": tra il pubblico passa Luciano Monticolo, uno degli eroi della promozione dell’Arezzo in serie B del 1969. Di origine è istriano ma il Calcit per lui non ha segreti. E se avesse dubbi può chiedere alle donne del mercatino, protagoniste a Natale, o alle nonne delle mille coperte, pronte a tappezzare di nuovo piazza Grande nel 2026. Uno dei volontari trasforma l’Eden in libreria: centinaia di volumi, raccolti secondo le iniziali degli autori. I piccoli miracoli del Calcit: i volontari sono circa 130, i banchini 250, moltiplicando lo slancio di un’intera città. Che dall’Eden prende la rincorsa per il Mercatino in musica e le varie edizioni sparse tra le frazioni. "Signore, mi compra qualcosa?": una bambina ti insegue per i vicoli della festa, sicura che non le potrai dire di no. Senza sapere che la sua voce si incrocia nel vento con quelle di tanti altri: cresciuti dal ‘78 in poi ma per scoprirsi, quasi cinquanta anni dopo, bambini come allora. Lucia Bigozzi