SERGIO ROSSI
Cronaca

Braccialetto elettronico, ecco come funziona D’Urso: "Subito a 200 positivi curati a casa"

Monouso, funziona per dieci giorni e consente di monitorare in automatico il paziente come se fosse in ospedale. Il direttore del 118 Mandò: "Un aiuto anche contro la solitudine". Farà diminuire i ricoveri dando respiro anche al pronto soccorso. A chi va

di Sergio Rossi

Adesso sappiamo tutto di quell’oggetto misterioso che si chiama braccialetto elettronico e che la Asl, come questo giornale aveva anticipato, distribuirà a duecento contagiati evitando loro il ricovero. A presentare la novità c’era ieri il direttore generale Antonio D’Urso assieme al responsabile del 118 Massimo Mandò, al primario del pronto soccorso Giovanni Iannelli e altri dirigenti dell’azienda sanitaria. Gli strumenti, avanzatissimi dal punto di vista tecnologico, sono stati acquistati in America e hanno un costo unitario piuttosto, elevato, duecento euro cadauno e l’investimento è stato dunque importante. Gravoso ma assolutamente utile perché riuscirà a dare una mano efficace alla rete ospedaliera e un aiuto importante anche ai positivi, specie quelli più anziani, facendoli sentire meno soli perché a contatto con i medici 24 ore su 24.

Grazie allo smartphone, il braccialetto rimane in continua attività. Ogni cinque minuti trasmette al 118 e all’Usca i parametri basilari, ovvero l’ossigenazione, la frequenza cardiaca, la saturazione e la febbre. L’esperimento, primo in Italia, parte da Arezzo ma presto approderà anche a Siena e a Grosseto. "E’ un sistema integrato - dice il dg D’Urso - e con questi 200 braccialetti garantiremo un ulteriore livello di sicurezza a chi non ha necessità del ricovero".

Monouso, dura dieci giorni e verrà assegnato ai pazienti border line, a quelli che non stanno bene ma che ancora non hanno bisogno dell’ospedale. A spiegarlo è Giovanni Sbrana, vicedirettore del 118: "A ognuno - spiega - viene assegnato uno dei tre programmi di cura predisposti: standard, per chi ha più di 75 anni, per chi soffre di broncopneumopatia". Il sistema, come illustra il coordinatore del 118 Samuele Pacchi, "fa domande al paziente attraverso lo smartphone ed elabora le risposte, allertando Usca e 118 118 in caso di anomalia. I medici avranno un chiaro quadro clinico e potranno dare le risposte necessarie".

Meno accessi anche al pronto soccorso. Ricorda il primario Giovanni Iannelli: "A ottobre, il 70% dei ricoveri Covid ha fatto accesso diretto senza transitare da noi. Il 118, con le nuove tecnologie, evita dunque accessi impropri consentendoci di concentrarsi sui pazienti critici".

"Il Covid è una patologia della solitudine - è il pensiero del direttore del 118 Massimo Mandò - e con questo progetto vogliamo essere più vicini al cittadino ammalato e garantirgli anche a casa un controllo a distanza e quindi una sicurezza. Pazienti più controllati e più vicini si sentiranno meno soli e aderiranno meglio alla cura".

Secondo Mandò, la novità introdotta dalla Asl risulterà anche "molto utile anche nei pazienti che vivono in zone isolate ed in quelli che chiamano perché magari hanno un saturimetro non certificato su cui vedono dati che non riescono ad interpretare. Monitorizzandoli, assicureremo lo stesso standard di controllo che avrebbero in ospedale consentendo loro di rimanere in casa". E sarà una polizza di assicurazione in più per evitare l’intasamento dei reparti ospedalieri cruciali, quelli nei quali ogni giorno si combatte senza tregua la battaglia contro la pandemia.