
Il compratore c’è e si chiama Patrizio Bertelli (foto). L’area Lebole cambia storia. L’imprenditore aretino mette a segno un altro...
Il compratore c’è e si chiama Patrizio Bertelli (foto). L’area Lebole cambia storia. L’imprenditore aretino mette a segno un altro "colpo" da novanta nello scacchiere delle acquisizioni di luoghi-simbolo della città. L’operazione sarà chiusa definitivamente a fine mese ma è già in dirittura di arrivo. Il preliminare di compravendita è stato depositato all’Ufficio delle Entrate e l’iter burocratico incardinato. Si tratta di un’operazione di grande livello per la città, attesa, negli anni altalenante tra rilanci e frenate. Bertelli mette così il sigillo alla trattativa con la famiglia Carrara, imprenditori pistoiesi, proprietari dell’ex fabbrica che negli anni ‘70 ha dato slancio all’industrializzazione della città (ci lavoravano cinquemila dipendenti). Una "città" nella città con i suoi 170mila metri quadrati di superficie, parte dei quali con immobili. Operazione seguita nei dettagli dall’avvocato Giovanni Gatteschi per conto di Bertelli, pure se con la proverbiale riservatezza. L’accordo è stato concluso attraverso la Peschiera Immobiliare, la stessa che ha condotto altre importanti acquisizioni. Ancora da definire la destinazione, ma si può immaginare un massiccio intervento di recupero di una zona strategica, adiacente al Polo fieristico. Che restituisce alla città il suo skyline. Un’operazione attraverso la quale Bertelli porta avanti una personale "agenda" calibrata sul salvataggio di edifici storici, come avvenuto ad esempio per Palazzo Carbonati: diventerà un hotel extralusso dopo un robusto intervento di ristrutturazione. O il celebre ristorante La Buca, a un passo dagli affreschi di Piero della Francesca. O ancora: il Caffè dei Costanti in piazza San Francesco. Idem per l’edicola di piazza San Jacopo, tornata a nuova vita. Esempi di un ritorno alle radici di Bertelli e in quest’ottica, la donazione a titolo personale di un milione per il restauro della facciata della Pieve, la stessa chiesa che frequentava da ragazzo.
Lucia Bigozzi