Il pranzo è servito, pure colazione, e apericena. Il mondo del commercio scricchiola sul fronte delle vendite tradizionali, messo alla prova dal fenomeno delle vendite a distanza, ma respira a pieni polmoni i sul fronte della ristorazione. Che risale dopo le montagne russe della pandemia. Basta camminare in centro per notare che alle chiusure delle vetrine corrispondano spesso le aperture di nuove insegne da "mangia e bevi". Accade sopratutto in centro e i dati vanno nella stessa direzione. Dalla Camera di Commercio arriva la conferma di una ripresa importante del settore dopo il "digiuno" forzato del Covid. In quei mesi città come Firenze o Siena hanno pagato un prezzo altissimo, in una bufera di chiusure. Qui l’effetto non è stato devastante, perché se nel 2019 il totale delle attività si attestava a quota 780, nel 2022, con la bufera agli sgoccioli, si registrava una flessione appena a quota 762. È vero che nel 2023, il colpo di coda era stato doloroso: un calo di 40 attività. La risalita è in corso, con una crescita quasi fino a 730 nei mesi successivi. Prova del nove, sono le nuove aperture. Dal 2019 al 2023 si sono attestate su piccoli numeri, da 4 a 6 nell’arco di un trimestre. Ma l’ultimo dato è significativo: dodici tagli del nastro da gennaio a marzo 2024, tra bar e ristoranti, ma comunque sul fronte della ristorazione. Specchio non solo di un ritorno alla normalità ma anche dell’effetto turismo: l’exploit degli arrivi, il successo travolgente della città di Natale, il "motore" degli affreschi di Piero soffiano sul fuoco dell’impresa.
E anche il trimestre è quello fatidico: i primi mesi dopo la chiusura delle iniziative sotto l’albero, quindi un’apertura di credito importante sulla stima che non si tratti di un fenomeno passeggero ma di un giro di vite definitivo. E guardando ai numeri nell’arco degli anni? Non sono categorici e affidabili come quelli della Camera di Commercio, ma indicativi: sono quelli elaborati dal Sole 24 Ore nel quadro della classifica sulla qualità della vita. Un esempio: nel 2014 la classifica non distingueva tra bar e ristoranti, accorpando i due volti della ristorazione. Ma il dato di allora, complessivo sull’intera provincia, indicava un totale di 1923 attività diverse. In un confronto a distanza coi dati attuali, quelli elaborati nel dicembre 2023 , si registra un aumento complessivo del 23,8%. La ristorazione non solo tiene meglio di altri mondi commerciali ma marca una crescita inequivocabile.