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Arezzo, 29 dicembre 2015 - Anche Davide Serra, il finanziere amico del premier Matteo Renzi, cercò di salvare Banca Etruria a cavallo del commissariamento dell’11 febbraio. Il suo fu il penultimo tentativo, prima che scendesse in campo anche uno dei più grandi fondi internazionali, il britannico Anacap, che la presentò quattro giorni prima che in Bpel arrivassero i commissari.
I contatti con Serra, che poi si concretizzeranno fra dicembre e febbraio, risalgono al giugno-luglio 2014, subito dopo il fallimento dell’integrazione con Popolare di Vicenza. Il finanziere italiano, con base a Londra, si dice disponibile, secondo autorevoli fonti vicine all’ex cda, con il suo fondo Algebris. Sia sottoscrivendo una quota di capitale che acquistando almeno una parte dei crediti deteriorati (due miliardi e 700 milioni) che stanno mandando a fondo la banca aretina.
I colloqui rallentano nell’estate, all’orizzonte c’è ancora Bper, l’altro istituto che era andato in data room con Vicenza dopo la sferzante lettera del governatore Ignazio Visco. I Fili con Serra si riannodano a dicembre 2014, mentre l’ultima ispezione di Bankitalia sta imponendo ulteriori rettifiche per 600 milioni che azzerano il patrimonio dell’Etruria. Stavolta, però, la disponibilità del finanziere è solo per gli Npl, i crediti deteriorati. Lui è disponibile a comprarne 700 milioni (un terzo delle sofferenze) pagandoli fra il 28 e il 32 per cento del valore nominale.
Sarebbe una boccata d’ossigeno per Bpel, perché, con oltre 200 milioni, consentirebbe di compensare il costo delle ultime rettifiche. E tuttavia la lettera ufficiale di Serra arriverà sui tavoli di Banca d’Italia solo a fine febbraio, a commissari già insediati. Intanto si sono intrecciate altre piste. Una, appunto, porta dritto al fondo Anacap, anch’esso con base a Londra. In questo caso si arriverà a una vera e propria lettera ufficiale consegnata al presidente Lorenzo Rosi e al direttore generale Daniele Cabiati fra il 5 e il 6 febbraio.
ANACAP chiede di avviare una procedura di due diligence finalizzata sia all’ingresso nel capitale che all’acquisto degli Npl. A dicembre 2014, l’Etruria ha affidato la valutazione dei propri crediti deteriorati pure ad UCCMB, dal 30 ottobre 2015 doBank S.p.A. (a seguito dell’acquisizione da parte di Affiliate di Fortress Investment Group LCC), società specializzata nella gestione dei NPLs e nei finanziamenti specializzati. In questo caso la stima è che siano recuperabili fra il 28 e il 32 per cento delle sofferenze, cioè fra 500 e 600 milioni. È la fase che registra l’interessamento del gigante del credito che però non diventerà mai una vera e propria offerta.