REDAZIONE AREZZO

BANCA ETRURIA / Allarme Cgil: "Accordo sindacale a rischio: ma sarebbe inconcepibile farlo saltare"

In serata primo confronto con i commissari. "Gesto apprezzabile: ma è un momento critico per risparmiatori e piccole aziende". "E' fallita una governance di anni" /CISL: BANCA RISORSA IRRINUNCIABILE. VIGILEREMO

Mugnai

Arezzo, 12 febbraio 2015 - Esce preoccupato il segretario della Cgil Alessandro Mugnai dal primo confronto con i commissarti appena nominati. «Hanno espresso disponibilità a rispettare gli accordi presi a tutela dei posti di lavoro ma per ora hanno bloccato il bilancio per fare le loro valutazioni che andranno a privilegio dei risparmiatori». Che ne è di quell'accordo siglato appena quattro giorni fa?«Ora i commissari  devono valutare se l’accordo è coerente. Per noi se le cose dovessere andare male, sarebbe inaccettabile perchè di nuovo a pagare risulterebbero i lavoratori». «Non c’è stata nessuna trattativa – aggiunge Mugnai – mentre prima l’accordo doveva passare dai lavoratori, ora la parola passa ai commissari. Qui ci sono molti posti di lavoro a rischio e in più la sorte di tanta gente e di piccoli risparmiatori. Oltre che della solidarietà abbiamo bisogno che ognuno faccia la propria parte. Siamo fortemente preoccupati per le piccole aziende legate alle sorti di questa banca». 

IL COMUNICATO UFFICIALE CGIL DOPO IL CONFRONTO

"I Commissari che Banca d’Italia ha inviato a Banca Etruria hanno incontrato stasera i rappresentanti delle organizzazione sindacali. “Uno per sigla – afferma il segretario della Cgil, Alessandro Mugnai. Un gesto di attenzione e di cortesia che non possiamo non sottolineare. Hanno comunicato la disponibilità a rispettare, in via di massima, i contenuti dell’accordo sindacale siglato la scorsa settimana dall’azienda. E questo ferma restando la salvaguardia dei depositanti, cioè delle persone che hanno affidato i loro risparmi a BE. Confermo quanto ho già dichiarato: abbiamo di fronte un buon accordo, necessariamente difensivo perché destinato a tutelare 410 posti di lavoro. E questo nella consapevolezza che l’economia locale non può permettersi ulteriori salassi. Confermo l’importanza della salvaguardia dell’accordo anche in relazione al fatto che la situazione di crisi non può essere certo pagata dai dipendenti che hanno dato tutto il possibile in termini di professionalità e disponibilità. L’epilogo a cui si è arrivati oggi, e mi trovo costretto a ripeterlo, è la certificazione ufficiale dell’inadeguatezza dell’intera governance di Banca Etruria, intendendo con essa sia i Consigli d’Amministrazione che i gruppi dirigenti che in questi anni sono stati al timone dell’istituto. Confermo l’assoluta strumentalità di indicare tra i corresponsabili della crisi le migliaia di piccoli e medi imprenditori che hanno lavorato con Banca Etruria in questi anni. ​Le responsabilità vanno cercate altrove e l’attenzione deve ricadere sui rapporti particolari della Governance con soggetti che hanno determinato quei crediti anomali che hanno portato a questo epilogo. Illuminanti sono le considerazioni di Banca Italia a questo proposito pubblicate sul sito dell’istituto di vigilanza. Adesso la parola passa ai Commissari ma tutti devono fare la loro parte. I lavoratori hanno fatto e faranno la loro.

Noi, per quello che ci compete, non possiamo essere accusati di reticenza: ci chiediamo se tutti possono dire altrettanto. Ci auguriamo poi che il Governo possa fare qualcosa di più e di diverso rispetto al lapidario commento “dura lex sed lex” del Ministro Boschi. E auspichiamo che le istituzioni locali si attivino concretamente e facciano sentire una solidarietà non solo formale ai lavoratori ma anche ai piccoli risparmiatori e alle Pmi che continueranno a sostenere, questo è l’augurio della Cgil, una nuova e diversa Banca Etruria".