ANGELA BALDI
Cronaca

Badanti e colf straniere, in difficoltà chi ha fatto il vaccino straniero

Mugnai Cgil: "E' una categoria difficile da rappresentare. Il caso di un'addetta alle pulizie senza green pass"

mugnai

Arezzo, 12 ottobre 2021 - Circa 7mila in provincia i contratti regolari che riguardano le badanti. Ma è un esercito molto più numeroso quello fatto di lavoratori sommersi tra badanti e addette alle pulizie che in realtà opera nelle nostre case. Ecco perché da venerdì il controllo del green pass di queste persone sarà una criticità. “La categoria è molto complicata da rappresentare – spiega Alessandro Mugnai segretario provinciale della Cgil – e ci sono casi limite. Dal 15 ottobre in molti rischiano di rimanere senza green pass, assistenti famigliari o addetti alle pulizie. Non scordiamo che la maggioranza in questo settore sono lavoratrici extracomunitarie che ci aiutano in casa. Tra i casi limite che abbiamo gestito quello di una signora che lavora per un’azienda di pulizie vaccinata al suo paese ma senza certificato verde perchè il siero non è riconosciuto in Italia”. Sono molti i lavoratori stranieri che non possono avere il Green Pass e che quindi non possono lavorare a meno di fare continuamente tamponi, ma a spese di chi? Uno dei vuoti normativi più comuni riguarda i sieri non riconosciuti. La casistica intasa ogni giorno le scrivanie dell’ufficio relazioni pubbliche Asl. Lo stesso a cui si è rivolta la Cgil per aiutare la lavoratrice prima del 15 ottobre.

“La signora era stata vaccinata con Sinovac non riconosciuto da noi – spiega Marco Pesce di Filcams Cgil - abbiamo avuto vari casi del genere. Il problema è stato segnalato nel portale della Regione e all’Urp. Ci è stato consigliato di rivolgerci ad un hub vaccinale per capire se un medico si prendesse la responsabilità di vaccinare di nuovo la signora. Per ottenere il green pass l’iter vaccinale è ripartito da capo in considerazione che un raddoppio di dose non avrebbe leso la salute. Nel frattempo avevamo chiesto all’azienda per cui lavorava se fosse stata d’accordo a farsi carico dei tamponi dopo il 15 ottobre. Per fortuna la risposta Asl è arrivata prima”. Ma sul fronte badanti la situazione è più complessa: “I rapporti di lavoro regolari sono circa 7mila ma qui si considera mediamente il 100% del lavoro in nero e il fenomeno cresce – dice Pesce - sono molte migliaia le persone che lavorano ogni giorno in provincia. Discorso diverso per i lavoratori inquadrati in rsa o strutture simili”. Mentre per i dipendenti di aziende il controllo è più semplice, nel caso dei lavoratori domestici a chiedere il green pass potrà essere la persona che farà entrare il lavoratore in casa, che sia il datore, l'assistito o un parente.