
Aziende nel mirino, sale la rabbia "Più controlli e telecamere in città"
Un "upgrade di delinquenza", dice Giordana Giordini al timone della Consulta che non si ferma al bollettino dell’ultimo assalto a un’azienda orafa. "Non ci sentiamo tutelati dalle istituzioni nazionali. A livello locale il prefetto e le forze dell’ordine fanno molto ma servirebbero più uomini e mezzi per fronteggiare un fenomeno che registra un’evoluzione per modalità e livello di violenza. Lo Stato deve garantire un maggior presidio del territorio perchè Arezzo non è una città come le altre. Nelle nostre aziende vengono custoditi valori che ormai non hanno più nemmeno le banche e i banditi lo sanno". La sensazione di essere nel mirino, è un rischio calcolato per chi fa questo mestiere "ma ora l’asticella si è alzata e siamo preoccupati. Paghiamo fior di tasse, tra imprenditori condividiamo la vigilanza privata di notte, ci dotiamo di sistemi di sicurezza sempre più sofisticati e abbiamo diritto di essere tutelati".
La convocazione di un nuovo tavolo di confronto è la richiesta della Consulta alle istituzioni ma Giordini insiste su una delle necessità già evidenziate nell’ultima riunione in prefettura, quella dopo l’assalto alla villa e la rapina alla Diamond Import di Cianchi: "Abbiamo chiesto l’istallazione di telecamere speciali in grado di leggere le targhe delle auto provenienti da fuori città; occorre costruire una rete di occhi telematici nelle vie di accesso e nelle zone industriali". Dalla Diamond Import alla Jessica Jewels, passando per la Top Gold di Castelluccio, la trama è la stessa: l’evoluzione della tecnica, la sequenza delle fasi che richiama un’azione paramilitare.
"Non possiamo certo chiudere le aziende, andiamo avanti potenziando sistemi di sicurezza, monitoriamo ogni situazione tenendoci in contatto tra di noi e segnalando anomalie alle forze dell’ordine. Più di così, cosa possiamo fare?". E’ l’analisi di chi vive la prima linea del lavoro in un settore ad alto rischio, le preoccupazioni e la paura di chi ogni mattina entra in azienda con mille precauzioni. Nella telefonata a Marco Benedetti ha rinnovato la solidarietà della categoria e raccolto lo sfogo per l’ennesimo attacco patìto. "Dobbiamo fare sistema ma bisogna che lo Stato faccia sentire la presenza in maniera più concreta, massiccia, e al tempo stesso c’è bisogno di un impegno maggiore da parte dell’amministrazione comunale, ad esempio sul potenziamento della videosorveglianza. Se i malviventi sanno che Arezzo è una città presidiata, probabilmente avranno più difficoltà ad agire. E’ un deterrente fondamentale".
Il potenziamento delle telecamere, è l’aspetto che rimarca anche Luca Parrini, presidente degli orafi di Confartigianato: "E’ un elemento sul quale contiamo per un’azione di deterrenza; è un ulteriore elemento che consentirebbe agli imprenditori di sapere che c’è una rete di protezione a maglie strette, oltre al cordone di protezione garantito dalle forze dell’ordine".
Lucia Bigozzi