goga
Arezzo, 5 marzo 2022 - E’ albanese di origine, aretino da sempre e con una medaglia al petto di quelle che pochi possono vantare. Perché Fatjon Goga, per tutti «Johnny», si arrampicò su un muro per salvare una ragazza di 15 anni che aveva deciso di buttarsi. Distraendola, parlandoci con affetto e poi lanciandosi a bloccarla per evitare il peggio. Un gesto che lo aveva reso famoso. Anche se lui in realtà è uno chef: ad Arezzo con «Lo Zafferano» nella zona industriale e a Sinalunga con «La locanda dell’Amoroso».
E ora è pronto ad atterrare in piazza Grande. «E’ vero, siamo quasi pronti». L’inaugurazione dovrebbe essere a maggio. «Per la Fiera di giugno saremo in pista» conferma. Rileva il locale nel quale nel tempo si sono alternati pizza, sushi e piatti di mare: sul lato che guarda verso Fraternita e che ha un angolo di tavolini davanti alle Logge.
«Stiamo risistemando l’interno, ci saranno venti posti: e altri quaranta saranno all’aperto». Johnny completa o forse porta semplicemente avanti la vocazione della piazza, che ormai è quasi esclusivamente «mangia e bevi». In un progress continuo: sul lato basso di qui a qualche settimana aprirà l’enoteca, sempre di Luca Scoscini, ristoratore già presente sotto le Logge.
E si ipotizzano nuove aperture perfino sotto il porticato, anche solo su tempi medi e non brevissimi. Goga prova a metterci del suo. «La mia idea sarebbe quella di sfruttare la storia anche recente della piazza. Ad esempio il set della Vita è bella». Lui è nell’angolo di una delle scene più famose del film, quella del «Maria butta la chiave». «Vorrei inventare qualcosa che la richiami».
Parla di cocktail, l’altro lato dell’offerta insieme a quella gastronomica. E’ anche la prima nuova apertura in piazza dopo la pandemia. E riparte la sfida a distanza tra le piazze del centro