
di Alberto Pierini
"Il bordo della cattedra si porta via una decina di centimetri": Alessandro Artini, da anni il leader dei presidi toscani, è armato di righello per le ultime, affannose misure in classe. E con lui le due vicepresidi, che lo affiancano alla guida dell’Itis. Uno dei giganti della scuola aretina ma che non per questo galleggia nei grandi spazi. "La distanza tra i banchi di un metro potevamo anche garantirla: ma i due metri tra la cattedra e i banchi fanno saltare tutte le misure". In qualche classe i conti tornano, in tante altre no. Quindi? Ecco che la cattedra rinuncia ai panni nobili della scrivania e scende tra il "popolo".
Tutto per guadagnare un pugno di centimetri. "In alcune classi la cattedra non sarebbe proprio entrata". Anche i prof sul banco, un trionfo alla "Ecce Bombo" di Nanni Moretti. Passano i mesi e gli anni ma la scuola si ritrova ancora lì: con il metro in mano, trae il termoscanner e la app per il Green pass. L’altra mossa dell’Istituto Tecnico è quella di scaglionare gli ingressi e quindi le uscite: c’è chi entra alle 8 e chi alle 8.55. Mentre sul sito della scuola ricompare la bussola per indicare a ogni studente da quale porta entrare per evitare ingorghi.
Gli stessi che sono nel mirino di tutti i presidi. Al Colonna, lo riportiamo a fianco, i professori hanno lanciato dopo il preside il loro urlo di battaglia: le aule sono poche e strette, dalla Provincia si sarebbero aspettati qualche soluzione in più.
Il Professionale Margaritone soffre una crisi di crescita. gli iscritti dai 130 di marzo, alla scadenza dei termini, sono lievitate a 200. Ma le aule non lievitano: qua e là puoi rinunciare ad un laboratorio ma se ad un professionale togli quelli è come strappargli l’anima. E così le misure con il righello o con il metro da sarta pullulano dappertutto
Anche se non tutti sono in croce. Per esempio il Fossombroni è riuscito a far tornare i conti e malgrado il recupero di iscrizioni rispetta le distane volute dal ministero. "Qualche classe in più nella sede della Badia, che resta una delle nostre sedi, non guasterebbe, vedremo in futuro" risponde il preside Stefano Cammerieri. Badia dove ha trovato uno sfogo il Liceo Scientifico, anche se togliendo solo pochi spazi all’ex Buonarroti. "Nella struttura – conferma la preside Monica Cicalini – abbiamo 12 classi e questo ci fa davvero respirare". Con prudenza, perché poi il Redi è un altro dei giganti e in un anno è lievitato come un dolce nel forno.
La leva degli orari è ridotta all’osso, anche se poi qui come in altre scuole, ad esempio al Liceo Classico, i portoni vengono aperti in largo anticipo per selezionare naturalmente gli ingressi e le uscite.
In cattedra, o in alcuni casi sul banco, i prof ci sono anche se non tutti. L’algoritmo e soprattutto il buon lavoro del provveditorato hanno garantito assunzioni in tempi brevi. Però circa cento prof hanno rinunciato, essendosi ritrovati in una sede ben lontana dai loro desideri. "Stiamo ricalcolando le cattedre anche alla luce degli spezzoni, nei prossimi giorni sarà rilanciato l’algoritmo" conferma il provveditore Roberto Curtolo.
Che sugli spazi non getta benzina sul fuoco. "Trovo che Province e Comuni abbiamo fatto un buon lavoro: i problemi sono soprattutto al superiore ma non sempre è facile avere sedi adattabili a scuole o gestire indirizzi gettonatissimi dove tutti convergono". I sindacati ammettono il buon lavoro degli uffici scolastici. Ma..."Di sicuro il sistema ha funzionato – spiega dalla Cgil Maurizio Tacconi – ma per gli assistenti tecnici Arezzo è stata la provincia in Toscana ad avere il minor numero di personale supplementare legato alle nuove esigenze di sicurezza e copertura dei servizi. Circa venti posti in meno". La campanella non suona anche per loro.