MARIA ROSA DI TERMINE
Cronaca

Assalto notturno dei lupi: uccise 30 pecore

Primato negativo per l’allevatore Edigio Marcia, titolare dell’omonima azienda agricola in Val d’Ascione. L’allarme di Coldiretti

di Maria Rosa Di Termine

Trenta pecore uccise nelle ultime settimane e torna l’allarme rosso per gli assalti dei lupi in Valdarno. A detenere una sorta di primato negativo che implica un danno economico notevole è l’allevatore Edigio Marcia, titolare dell’omonima azienda agricola in Val d’Ascione nel comune di Terranuova Bracciolini. La conta degli animali sbranati dai predatori ormai è quotidiana e la pazienza dell’imprenditore è al limite perché si vede depredato del lavoro svolto con fatica e dedizione. "Gli attacchi sono avvenuti anche in pieno giorno, l’ultimo ieri mattina mentre stavamo lavorando in ditta, il mio gregge è stato decimato e temo per quello che potrebbe succedere nei prossimi mesi", spiega Marcia esasperato. Il timore è anche per la sicurezza personale e dei propri familiari. I lupi infatti non hanno esitato ad assalire gli ovini a pochi metri dal portone della casa attigua alle stalle.

"Speriamo sempre che sia un giorno nuovo, purtroppo però anche noi siamo vittime del predatore, al pari dei nostri animali". E ricorda che gli esemplari risparmiati risentono degli agguati, cessando di produrre latte e la conseguenza per Marcia è di un rallentamento forzato della filiera casearia e di non poter garantire alcuni dei prodotti nei mercati di Campagna Amica dov’è presente da anni. Non è certo la prima volta che i suoi stazzi sono assediati dagli incursori a quattro zampe sempre più spavaldi. Lo scorso anno raccontava che nel giro di 24 mesi si era visto decimare le greggi di un’ottantina di unità, un numero che via via si è irrobustito in modo esponenziale e sembra destinato a crescere ancora. A poco servono gli accorgimenti adottati come recintare i pascoli dove vengono lasciati liberi pecore e agnelli costretti anche d’estate e con le alte temperature a rimanere confinati negli ovili per evitare di essere assaliti. Un accorgimento necessario e che però non si è dimostrato un deterrente capace di scoraggiare il lupo o il branco.

E delle incursioni rimangono di fronte all’abitazione le carcasse dei capi di bestiame morti, testimonianza di un problema tante volte segnalato e mai risolto, sottolinea la stessa Coldiretti: "Le aziende sono in forte difficoltà - denuncia i rappresentanti di categoria - e stanno facendo sforzi enormi per restare in piedi. Marcia non è un caso isolato e nella provincia molti altri allevatori sono nelle stesse condizioni". E la riprova si è avuta anche a Bucine dove analoghi episodi si sono verificati in alcune tenute della Valdambra, tra le frazioni di Badia a Ruoti e San Martino. Pure in questa circostanza si era parlato di "carnivori vaganti", lupi o ibridi, incroci con i cani, che si fanno vivi nottetempo e non solo lasciando come tracce del loro passaggio i poveri resti delle bestiole azzannate quando non divorate quasi del tutto. Da qui l’appello pressante dell’associazione che riunisce i coltivatori diretti: "Chiediamo che venga istituito al più presto un tavolo d’urgenza con tutti i soggetti coinvolti. Le nostre imprese non sono più in grado di sostenere questa situazione, il tempo è scaduto". Tra le soluzioni allo studio della Regione anche un censimento e il monitoraggio dei branchi di predatori per catturare e spostare in altre località un numero contingentato di capi qualora abbiano raggiunto una presenza eccessiva compromettendo aree vocate all’allevamento. Un primo passo che, tuttavia, affermano i pastori, per il momento rimane da compiere.