La Grande Fuga dal tribunale: addio a 4 giudici

Se ne vanno Avila, Ponticelli, Picardi e Grilli. I processi intasati,difficoltà per sostituire chi chiede il trasferimento. Il caso Argento Vivo rinviato di oltre un anno

Il neopresidente Gianni Fruganti

Il neopresidente Gianni Fruganti

Arezzo, 11 settembre 2019 - L’ULTIMO segnale di sofferenza è venuto ieri mattina: il processo di «Argento vivo», il più clamoroso caso di inchiesta ai danni degli orafi dopo Fort Knox, con imputati eccellenti come Plinio Pastorelli, già consigliere delegato di Oro Italia Trading, gigante del settore emanazione di Banca Etruria e poi cancellato da Ubi, rinviato de plano di oltre un anno, al novembre 2020, con una sola udienza di raccordo fra un paio di mesi. Il segnale di un tribunale intasato, nel quale non ci sono date libere neppure per i casi più eclatanti.

E intanto Palazzo di giustizia continua a perdere pezzi, pardon giudici. Il 1 settembre se ne è andata (in pensione) la presidente Clelia Galantino, sostituita ad interim dal presidente della sezione penale Gianni Fruganti, che dovrà sommare l’uno e l’altro incarico chissà per quanto, visto che il concorso deve ancora essere bandito dal Csm e ci vorrà tempo e pazienza per venirne a capo.

Adesso hanno presentato domanda di trasferimento anche altri due pezzi da novanta: il coordinatore del Gip Piergiorgio Ponticelli e il giudice Angela Avila, la cui applicazione provvisoria all’ufficio Gip scade proprio in questi giorni. C’era tempo fino a ieri sera per revocare la richiesta, ma intanto Ponticelli veleggia verso Firenze e Avila verso la sua città di adozione e residenza, Perugia.

L’ADDIO di quest’ultima in particolare pesa su due processi che fanno rumore. Innanzitutto la cosiddetta Truffa Etruria, che riprende giovedì e nel quale si aspetta ormai solo la sentenza, che potrebbe arrivare nella stessa giornata. Il Pm Julia Maggiore ha chiesto la condanna di un plotoncino di impiegati e direttori di filiale ma soprattutto dei cinque dirigenti accusati di istigazione alla truffa sul collocamento delle subordinate del 2013 poi azzerate. Un verdetto, dunque, di risonanza nazionale, tanto che quando Angela Avila fu applicata al Gip, con rinvio del processo, gli echi arrivarono fino in parlamento.

LA STESSA giudice avrebbe dovuto subentrare nel collegio della bancarotta Bpel, che torna in aula venerdì 20 settembre. Un magistrato esperto per un processo che scotta, ma a questo punto pare probabile che tutto resti com’è. Quanto a Ponticelli, a Firenze potrebbe attenderlo un ruolo di prestigio come quello di Gip distrettuale, dei casi di mafia insomma. Ce la farò comunque a chiudere la storia della liquidazione Bronchi, ex Dg di Etruria, per il quale ha detto no all’archiviazione chiesta dalla procura per l’ultimo Cda, compreso Babbo Boschi. Ma, se va via, è un altro magistrato di peso. E di domande per la sede di Arezzo, secondo le indiscrezioni, ce n’è una sola. Vuol dire scopertura di organici, vuol dire ritardi, vuol dire sovraccarico con un processo come la Bancarotta Etruria che andrà avanti per mesi e mesi ogni venerdì. Chi ascolterà il grido di dolore che sale dal tribunale?