LAURA LUCENTE
Cronaca

Un aretino per Gaza: "Sono partito subito. Così organizzeremo i corridoi umanitari"

Cosci è di Cortona e fa parte del World Food Programme dell’Onu: "Il mio lavoro è organizzare la base con cibo, acqua, vestiti e medicine. Si naviga a vista ma immagino che l’uscita sarà con il contagocce "

Massimiliano Cosci durante una delle missioni umanitarie: adesso è in Egitto

Massimiliano Cosci durante una delle missioni umanitarie: adesso è in Egitto

Arezzo, 18 ottobre 2023 – Radici ben salde a Cortona, ma da oltre 20 anni in giro per il mondo ovunque c’è un’emergenza umanitaria. Adesso la sua missione è sul fronte caldo della Striscia di Gaza per dare supporto ai profughi. Dopo anni di esperienza con "Medici senza frontiere", Massimiliano Cosci segue il "World Food Programme" per le Nazioni Unite in qualità di Logistic Officer. Oggi la sua base è a San Vito dei Normanni, nel Brindisino, in un vecchio supporto di spionaggio della guerra fredda tra Stati Uniti e Russia che è tornata al Governo italiano. Qui il Ministero degli Affari Esteri ha scelto, con le Nazioni Unite, di realizzare una base di supporto logistico del World Food Program. che serve tutto il bacino del mediterraneo, l’Europa e anche oltre.

Cosci coordina l’unità di sviluppo e ricerca da una decina di anni. E quando si parla di emergenza lui non si tira indietro. Di esperienza, d’altronde, ne ha da vendere. Prima di approdare alle Nazioni Unite ha letteralmente girato il mondo con Medici senza Frontiere. "Adesso che c’è questa necessità a Gaza mi hanno chiesto se potessi partire immediatamente e non ho esitato", racconta. Il suo aereo è decollato da Brindisi ed è arrivato al Cairo. Il suo viaggio prosegue per raggiungere Al-Arish in Egitto sulla costa mediterranea della penisola del Sinai a 45 km a ovest di Rafah, la realtà più a sud della striscia di Gaza da dove dovrebbero uscire i profughi palestinesi bisognosi di assistenza. "Il nostro impegno è quello di organizzare al meglio il corridoio umanitario che non è ancora stato messo in piedi. L’idea di Israele è ammassare i profughi nella zona a sud e poi in teoria potrebbe cominciare l’esodo. Si naviga a vista, ma immagino che l’uscita sarà con il contagocce. Bambini e donne forse saranno le prime, ma i giovani dai 14 anni in su temo non abbiano possibilità di passare per paura degli israeliani di infiltrazioni terroristiche". Per il momento la sua missione è di tre settimane, per la fase più acuta dell’emergenza, ma Cosci non esclude che possa anche protrarsi. 

"Organizzeremo in quell’area un campo profughi. Il mio lavoro sarà quello di organizzare la base logistica con dei magazzini mobili che poi accoglieranno cibo, acqua, vestiti, medicinali e quant’altro. Poi si vedrà cosa vorrà fare l’Oms se aprire dei posti di salute o delle cliniche". Cosci conosce bene quei luoghi e soprattutto il popolo palestinese e israeliano. Nel 2002, durante la seconda Intifada, sotto l’egida di Medici senza Frontiere, ha vissuto un anno tra Gaza e Gerusalemme. "È stata una delle esperienze più belle e forti. Ho adorato i palestinesi, che non hanno nulla a che vedere con Hamas e con gli estremisti. Così come gli israeliani, non tutti sono contro i palestinesi, La popolazione che ho incontrato non vuole né guerra, né spargimento di sangue, vorrebbe solo stare in pace, crescere i bambini, andare al lavoro e avere una casa dove tornare la sera". Cosci è lucido e motivato nel suo racconto e dalle sue parole non traspare paura. "Sono sereno e desideroso di fare come sempre il mio lavoro con dedizione".

Quanto alla sua "missione di vita" nessun ripensamento: "mi sono fatto un bagaglio culturale e di esperienza che non cambierei con nessun’altra cosa. Mi ha arricchito il fatto di entrare in contatto con culture diverse, con religioni diverse, con persone che la pensano in maniera diversa da noi". Con un pensiero alla sua Cortona, tappa obbligata per riabbracciare i suoi genitori e gli amici di sempre. "Ogni volta che vedo la collina mi sento subito a casa, la mia casa. Per un attimo dimentico qualunque cosa, vedo quello che vedevo da bambino e rivivo tutti quei momenti felici che ho trascorso. È una sensazione bellissima ed è quella che mi fa apprezzare ancora di più tutto ciò che ho visto in giro per il mondo".