LUCA AMODIO
Cronaca

Al casello la rivolta dei cento trattori: "Vogliamo subito lo stato di crisi"

Il referente per la Valdichiana Faralli: "Torniamo sulle strade, per noi non ci sono stati passi in avanti". Tutela del made in Italy, valorizzazione dei prodotti e concorrenza sleale: i temi al centro della protesta.

È la rivolta dei cento trattori quella che prenderà il via stamani, al casello autostradale Valdichiana, alle porte di Foiano della Chiana

È la rivolta dei cento trattori quella che prenderà il via stamani, al casello autostradale Valdichiana, alle porte di Foiano della Chiana

È la rivolta dei cento trattori quella che prenderà il via stamani, al casello autostradale Valdichiana, alle porte di Foiano della Chiana. L’appuntamento che si sono dati gli agricoltori è quello di partire in marcia alle 10: una metà dei mezzi muoverà verso la A1 mentre un’altra metà verso la variante a Foiano. L’obiettivo della protesta è congestionare il traffico ma non bloccarlo, dicono gli agricoltori. "Non vogliamo creare problemi ai cittadini, vogliamo che si rendano conto della situazione in cui ci troviamo e le ricadute della nostra condizione sulla vita di tutti", spiega Andrea Faralli, coordinatore della protesta insieme a Fabio Iacomi, esponente del mondo senese della protesta.

Sì, perché quest’anno la mobilitazione ha un carattere più “autoctono“ nel senso che i punti di riferimento sono imprenditori della zona, non come anno scorso dove gli organizzatori arrivarono in terra d’Arezzo da fuori i confini.

"Torniamo nelle strade perché con le scorse mobilitazioni non abbiamo ottenuto niente, non c’è stato nessun passo in avanti nelle nostre rivendicazioni - tuona Faralli - il ministro ha smesso di ascoltarci ma stavolta agiremo in maniera chirurgica. Il nostro obiettivo? Chiedere lo stato di crisi".

La protesta adesso ha un identità ben precisa, con un proprio marchio. Il gruppo di agricoltori in rivolta si chiama “Stato di crisi ora“ ed ha un suo logo: un trattore in cui è issata una bandiera tricolore. Anche perché uno dei punti all’ordine del giorno per i trattoristi è proprio quello di tutelare tutto il made in Italy. Ma non solo perché la lista e lunga: "Vogliamo misure straordinarie - prosegue Faralli - moratoria e ristrutturazione della debitoria di sistema, applicazione delle clausole di salvaguardia bloccando le importazioni selvagge nei settori esposti alla concorrenza sleale, potenziamento delle misure sul prezzo minimo al campo, l’equità e la trasparenza dei rapporti commerciali e una forte iniziativa coordinata per risolvere le principali crisi ambientali come siccità, alluvioni e invasione incontrollata di selvatici".

L.A.