
Le indagini in via Tagliamento
Arezzo, 2 luglio 2020 - «Voleva farmi separare da mia moglie, minava la nostra relazione e inoltre mi somministrava strambe sostanze di continuo»: parole che sono chiaramente il parto di una mente sconvolta, la mente di Giovanni Polucci Sabbioni, il dipendente comunale che lunedì mattina ha sferrato una coltellata al collo del geometra Mario Mastrantone, il capufficio. Polucci, assistito dagli avvocati Maria Rita Giommoni e Federica Cenciarelli, è comparso ieri mattina davanti al Gip Fabio Lombardo per l’udienza di convalida.
Gip che stamani ha convalidato l'arresto e disposto che Polucci rimanesse in carcere per tentato omicidio, anche se si tratta di un'imputazione ancora provvisoria, avendo il ferito riportato una prognosi di venti giori.
Il pubblico ministero Roberto Rossi aveva chiesto ovviamente sia la convalida che la custodia in carcere. Era più che altro un fatto tecnico, formale, e non pareva in dubbio che l’accoltellatore dovesse rimanere in cella almeno per il momento. Il pm Rossi, peraltro, ha avanzato una richiesta ulteriore e cioè che sia svolta al più presto una perizia psichiatrica per stabilire se Polucci debba andare sotto processo oppure tornarsene in cura in una struttura psichiatrica.
Per due volte, in precedenza, era stato infatti dichiarato non punibile, nel 1995 e poi nel 2008. Nel primo caso, praticamente in fotocopia con i fatti odierni, assestò una coltellata a un altro collega di lavoro, sempre al collo, mancando la carotide per mezzo centimetro. Allora si giustificò asserendo che la vittima lo aveva fatto lavorare intorno a fili dell’alta tensione con il chiaro intento di vederlo morto fulminato.
Un delirio paranoide, così venne definito in relazione all’episodio successivo del 2008 che lo portò di nuovo alla non punibilità e al secondo internamento in una struttura psichiatrica, misura che evidentemente non ha affatto risolto la situazione. Davanti al Gip è stato espresso anche l’auspicio che l’inevitabile perizia psichiatrica sia svolta in modo celere, entro un mese, per stabilire il da farsi.
Certo che sarebbe davvero paradossale se Giovanni Polucci Sabbioni dovesse tornare di nuovo alle dipendenze del Comune dopo un’eventuale terza non punibilità con annesso ricovero in un manicomio giudiziario. Già così, nonostante tutto sia stato fatto secondo la legge e nelle regole che essa impone, sfugge al senso comune la logica che presiede a una storia che, oltre alla triste vicenda umana del cinquantanovenne, ha già visto tre vittime innocenti: due colleghi di lavoro e un barista al quale Polucci tirò un colpo di cacciavite.
Per fortuna in nessuna circostanza c’è stato un esito mortale, ma si è trattato di un puro caso. Intanto, mentre il sindaco Ghinelli ha avviato un’inchiesta interna, stanno migliorando le condizioni del geometra Mastrantone ormai definiivamente fuori pericolo.