
A processo per la sera dell’orrore. Ha ucciso moglie e suocera davanti ai figli: rischia l’ergastolo
Jawad Hicham sarà in aula. Oggi torna nella città dove una sera di aprile ha ucciso la compagna, Sara Ruschi, 35 anni e la madre di lei, Brunetta Ridolfi. Duplice femminicidio, una furia sulle due donne massacrate con un coltello nella casa di via Varchi, all’ultimo piano del palazzo in faccia a Porta San Lorentino. Jawad è rinchiuso nel carcere di Prato e nel processo che si apre oggi in Corte di Assisel, rischia l’ergastolo.
Non è stata riconosciuta la premeditazione ma il peso di quello che ha fatto è un macigno dal quale non si libererà in un’aula di tribunale e neppure per il resto della sua vita. Le ha uccise nella casa dove la coppia viveva insieme ai figli: un ragazzo di sedici anni e una bambina di due. Loro dormivano quando, a tarda notte, Jawad Hicham rientrò a casa e scatenò l’inferno. Dormivano nella stanza accanto alla camera dove Sara fu la prima a essere colpita a morte. La madre, nel tentativo di proteggere i nipoti, urlò al ragazzo di prendere la sorellina e correre giù per le scale, senza voltarsi indietro.
Salvare loro, mentre lei cadeva sotto i colpi di quell’uomo che la figlia aveva scelto ma che negli ultimi tempi, aveva spento la luce nei suoi occhi e calato un velo di tristezza sull’espressione del volto. Quella notte, fu il figlio di Sara, saltando i gradini delle scale con la sorellina ancora addormentata in braccio a raccomandare ai soccorritori: "Salvate mia madre e mia nonna". Ma tutto era compiuto.
Oggi nell’aula della Corte di Assise, quella notte di sangue e follia diventerà il canovaccio della battaglia legale. Su tutto, sarà determinante la testimonianza del figlio di Sara, cristallizzata nell’incidente probatorio. Oggi si capirà anche se i familiari delle due donne uccise, si costituiranno parte civile nel processo. È l’avvocato Alessandra Panduri ad accompagnare la famiglia delle vittime in questo snodo delicatissimo. Dei ragazzi si occupa il nonno al quale sono stati affidati: è il padre di Sara e il marito di Brunetta che in quella sera di aprile ha perso figlia e moglie.
Jawad Hicham è assistito dall’avvocato Fiorella Bennati.
L’udienza di oggi servirà a incardinare il processo e a ratificare l’eventuale costituzione delle parti civili. Un passaggio tecnico, che forse riserverà alla prossima udienza del calendario (che proprio oggi sarà fissato) le fasi più "vive": quelle dei testimoni che sfileranno davanti ai giudici, giurando di dire la verità.