GAIA PAPI
Cronaca

"A piedi senza lavoratori" Raccolto abbondante ma pochi dipendenti Metà fatturato a rischio

Mauro Peruzzi aspetta buone nuove dal click day ma per ora è fermo. Servono 12 persone oltre a quelle fisse, ha già tagliato la produzione. "In caso di ritardo perderei il 40%, qualcosa come duecentomila euro".

"A piedi senza lavoratori"  Raccolto abbondante  ma pochi dipendenti  Metà fatturato a rischio
"A piedi senza lavoratori" Raccolto abbondante ma pochi dipendenti Metà fatturato a rischio

di Gaia Papi

AAA cercasi manodopera. La ricerca disperata di lavoratori è diventato ormai un mantra, che da tempo riecheggia dalle campagne alla città. E, sembra, che nemmeno il click day per l’ingresso di lavoratori stranieri previsto dal decreto flussi, sarà in grado di dare un’adeguata risposta, malgrado l’aumento, rispetto allo scorso anno, delle quote previste.

Anche nelle nostre campagne, con l’arrivo della primavera, c’è bisogno di un gran numero di lavoratori per colmare la mancanza di manodopera che lo scorso anno ha duramente colpito i campi con la perdita rilevante dei raccolti. Perdite a cui guarda con timore Mauro Peruzzi, titolare della società agricola Innovation La Nave che produce frutta e verdura in località Pozzo Nuovo a Castiglion Fiorentino.

Come si è mosso per scongiurare il rischio?

"Anche quest’anno ho partecipato al click day sia con Coldiretti, a cui sono associato, sia come privato. Da fine maggio a settembre, per far fronte ai nuovi raccolti abbiamo bisogno di circa 12 persone in più rispetto alle cinque fisse. Se, come è avvenuto lo scorso anno, arriveranno a dicembre sarà tutto inutile, la stagione sarà finita e il raccolto andrà in malora".

Il decreto promette importanti semplificazioni per l’ingresso e l’assunzione dei lavoratori provenienti da extra Ue...

"Se i tempi di arrivo saranno molto più brevi, come ci auguriamo, speriamo che lo sia anche la burocrazia. E’ tutto inutile che dall’arrivo della manodopera sia poi necessario almeno un mese per effettuare visite mediche e consegnare documenti vari. Il lavoro stagionale ha bisogno di manodopera pronta per partire subito".

Da quando esiste il problema della mancanza di forza lavoro?

"Da tre o quattro anni. Io ho iniziato impiegando i pensionati, a cui scaricavo le giornate. Ma ormai non li conviene più e quindi è difficile trovarne disposti a lavorare. Non si vedono più nemmeno i giovani. È obbligatorio avere 18 anni per essere impiegati, e di loro nemmeno l’ombra. La stagionalità è ormai diventata un problema. Allora ho iniziato ad impiegare manodopera extracomunitaria. Circa dieci anni fa ho cominciato con romeni, poi con cittadini del Bangladesh e indiani".

Come ha affrontato il problema?

"Ci siamo già ridimensionati nei raccolti e nella produzione. Abbiamo tagliato del 20%, almeno per ora. Ma il futuro non è esattamente roseo".

Ora quale è il suo timore?

"Semino con la paura. Con la paura di non avere sufficienti braccia per raccogliere. Se così fosse è a rischio il raccolto, il che vuol dire il 40% del mio fatturato annuo. All’incirca 200 mila euro che potrei perdere per non aver trovato forza lavoro".