
Il Vescovo Riccardo Fontana
Arezzo, 22 dicembre 2016 - Un lampo bianco in fondo alla navata di sinistra. L'opera, che raccoglie gli episodi più importanti di Guido Tarlati, è stata riportata alla luce, letteralmente. Sparita quella patina tra il grigio e lo scuro che l'ha caratterizzata da anni, un esplosione di bianco che cambia un po' il colpo d'occhio della Cattedrale. Marmo, marmo bianco e non la pietra serena che il colore a tratti sembrava far immaginare. Un restauro che rispetta gli interventi successivi, compresi quelli non esaltanti del '700, quando l'opera era stata spostata dalla sua sede originaria, in fondo alla navata di destra. Salutata dal Vescovo Riccardo Fontana e dalle note dei Musici.
l restauro del Cenotafio Tarlati in Cattedrale ha riportato al centro dell'attenzione la figura del Vescovo Guido Tarlati, signore di Arezzo e grande protagonista dell'ultimo periodo dell'indipendenza della città, oltre che della politica della parte ghibellina in Italia. Il vescovo Riccardo Fontana per celebrare il suo eminente predecessore ha organizzato una serie di iniziative culturali e di approfondimenti storici che si terranno con il nuovo anno. La presentazione del restauro vero e proprio avverrà venerdì 27 gennaio 2017, alle 17, nella sala grande di Giustizia del Palazzo Vescovile, ad opera dello Studio Ricerca che ha eseguito il restauro stesso.
Il vescovo Guido Tarlati, morto in Maremma il 21 ottobre 1327 e sepolto provvisoriamente a Santa Fiora, fu ricondotto ad Arezzo l’anno seguente dal fratello Pier Saccone, con il cordoglio del popolo aretino che lo attendeva. La famiglia decise di provvedere in Duomo ad un monumento funebre in suo ricordo, degno della sua potente figura di vescovo e signore di Arezzo. L’opera, firmata dagli scultori senesi Agostino di Giovanni e Agnolo di Ventura, allievi di Tino di Camaino, apprezzati ed importanti rappresentanti della scultura toscana dell’epoca, rappresenta un esempio significativo ed unico di apologia politico-religiosa all’interno di un edificio sacro.
Oggi collocato nella navata sinistra della Cattedrale, immediatamente prima del celeberrimo affresco con la Maddalena di Piero della Francesca, fu spostato dal sito originario – la cappella del Santissimo Sacramento in fondo alla navata destra – nel 1783, a cura del vescovo Marcacci. Danneggiato nel 1341, al tempo della sommossa anti-tarlati, durante la quale fu sfregiato e menomato in più parti, soffrì altri danni anche al tempo del suo trasferimento, a seguito del quale il monumento venne ricostruito, con ampi rifacimenti in stucco, da Angelo Bini di Prato. L’attuale progetto di restauro nasce dall’intesa tra la Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, il Capitolo della Cattedrale e la Soprintendenza archeologia di Siena, Grosseto, Arezzo per valorizzare e rendere più fruibile l'opera.