
Paolo Borrometi
Arezzo 30 novembre 2018 - Un altro giornalista costretto a vivere sotto scorta per aver indagato sulla mafia. Lui è Paolo Borrometi e nonostante le minacce e le intercettazioni che non lasciavano dubbi sulla volontà di ucciderlo da parte delle organizzazioni criminali ,non ha mai lasciato la sua Sicilia e non ha mai smesso di fare il suo mestiere: “Facciamo un servizio pubblico - ha detto in una recente intervista - e continueremo a farlo solo raccontando la verità”. Borometi verrà a raccontare la sua vita sotto scorta e soprattutto il risultato delle sue inchieste domenica 2 dicembre a Cotona nella sala del consiglio comunale alle 17 e qui presenterà il suo ultimo libro “Un morto ogni tanto. La mia battaglia contro la mafia invisibile” (ed. Solferino) che in meno di un mese dall’uscita è già alla quarta edizione.
Dopo la pubblicazione del libro, sono arrivati i soliti insulti, nuove minacce di morte, querele ventilate con sapore intimidatorio. Segni evidenti che la sua testimonianza, come sempre resa con carte e documenti alla mano, è vera e molto scomoda. Ma lui non si ferma e continua a girare l’Italia per raccontare di mafiosi senza scrupoli votati dai politici, di deputati collusi, dello sfruttamento e dalla violenza che si nascondono dietro la filiera del pomodorino Pachino Igp, della compravendita di voti, del traffico di armi e droga, delle guerre tra i clan per il controllo del territorio. Di vicende che, partendo dalla Sicilia, riguardano tutto il Paese.
“Non permettete - dichiara Borrometi - come stanno cercando di fare, che tutto possa passare nel dimenticatoio. Non permettetelo. Ne va della libertà di ognuno di noi. Libertà, perché adesso basta: bisogna sapere cosa arriva sulle nostre tavole e quanto le mafie ci guadagnano, bisogna sapere di quei politici che sono in affari con i boss mafiosi, bisogna sapere che da Augusta e da Lentini parte la mafia peggiore, quella dei colletti bianchi e che arriva nelle più alte istituzioni del nostro Paese”.
“La legalità non è un concetto astratto sottolinea il sindaco di Cortona Francesca Basanieri - è un modo di vivere che dobbiamo rivendicare quotidianamente e l’esempio di Paolo Borrometi è quanto di più importante si possa immaginare in questo settore. Lo abbiamo voluto fortemente a Cortona in primo luogo perché vogliamo che lui senta concretamente il sostegno di tutta la comunità cortonese e poi per ascoltare la sua voce e la sua testimonianza di giornalista libero e di luminoso esempio di impegno civico e legalità.” L’iniziativa è organizzata dal Comune di Cortona assieme alla Fondazione Antonino Caponnetto. La presentazione sarà curata dal sindaco di Cortona Francesca Basanieri e da Milene Mucci della Fondazione Caponnetto.