Studente morto carbonizzato, il pc al setaccio

Il 23enne siciliano prima di sparire aveva tentato di cancellare dati dal suo computer. L’ultima telefonata alla madre: "Vado a correre"

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di Antonia Casini

Gli orari, scarpe e combustibile mai trovati e tanti particolari sui quali stanno lavorando ancora carabinieri e polizia. Con una sola certezza portata dal confronto del Dna: quel corpo "fortemente carbonizzato", rinvenuto sul ciglio del fosso domenica sera in una stradina sterrata di una frazione sangiulianese (Pisa), è di Francesco Pantaleo, lo studente 23enne marsalese di Ingegneria informatica. Una scoperta, e la successiva svolta, che hanno sconvolto tutto il territorio.

Sono ancora molti i punti da chiarire. A partire dalla causa della morte: l’autopsia si terrà la prossima settimana, ma la tac non ha messo in evidenza colpi violenti prima che sopraggiungesse il fuoco. La scomparsa aveva mobilitato i genitori – che hanno lanciato tanti appelli e sperato fino all’ultimo – la rete e molte forze dell’ordine e volontari dell’intera provincia pisana. "Non vogliamo rilasciare dichiarazioni", hanno risposto la mamma e il babbo ieri. Il dolore è immenso. "Mio figlio, ora, è un angelo", scrive su Facebook il papà che ne aveva denunciato la sparizione in questura lunedì. Ora s’indaga tecnicamente per istigazione al suicidio, un’ipotesi di reato che permetterà una serie di approfondimenti. Che "proseguono per quanto occorre", ha spiegato il procuratore capo Alessandro Crini che segue il caso con la sostituta Lydia Pagnini.

Le tappe, le ultime ore e la vita dell’universitario. "Ci aveva detto che il suo appello di laurea sarebbe dovuto cominciare il 27 luglio, ma quella data non risulta", aveva raccontato babbo Tonino che lo aveva cercato anche per ore con la moglie Franca. La madre lo aveva sentito venerdì al telefono. "Se avessi saputo gli avrei detto tante cose", si era sfogata in tv la signora. "Vado a correre", le parole di Francesco. Poi, più nulla. La mattina del 24 luglio esce di casa. Ma prima tenta anche di cancellare alcuni dati dal suo computer e lascia bancomat, cellulare (dal quale avrebbe cercato di eliminare la geolocalizzazione) e occhiali per correggere la miopia. Ma prende uno zainetto, le chiavi (tutto come dissolto) e i soldi: risultano due prelievi di 40 euro ciascuno, aveva poi altro denaro da parte. A che cosa gli serviva? Dalla sua abitazione, che divideva con due coinquilini, vicino alla facoltà, arriva alla stazione secondaria di San Rossore: i cani molecolari fiutano le sue tracce fino al binario numero 3.

Da qui partono, proprio il sabato, più treni diretti alla stazione di San Giuliano Terme. La strada dove è finito, dista un’oretta a piedi. Anche se non si sa che fine abbiano fatto le sue scarpe. Forse sono bruciate, oppure qualcuno o lui stesso le ha tolte? E che cosa accade nel frattempo? Incontra qualcuno? Muore subito e il cadavere viene ritrovato oltre 24 ore dopo, oppure vaga per un po’ passando la notte all’esterno? Inoltre, la benzina o altro carburante. Non c’erano taniche né accendini nei dintorni. A lungo gli investigatori hanno cercato nei campi tra i girasoli e gli arbusti. Si stanno anche passando al setaccio le telecamere e la camera del giovane, quella dove sua madre ha dormito (poco) sperando e soffrendo, è stata sequestrata. Forse lì ci sono le risposte su questo ragazzo "riservato" e che amava i giochi di combattimento online.