Ritrovati i diari della Ragusa "Voleva fuggire all’estero"

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di Gabriele Masiero

Dieci anni dopo si affaccia una (ipotetica) diversa verità su uno dei gialli più misteriosi e contorti degli ultimi tempi: Roberta Ragusa non è morta ma se ne è andata, è scappata, forse all’estero. Dieci anni fa Roberta Ragusa, 44 anni, mamma di due figli, di Gello di San Giuliano Terme (Pisa), svaniva nel nulla. Era la stessa sera del naufragio della Costa Concordia, il 13 gennaio 2012. Il cadavere non è però mai stato ritrovato, ma la storia processuale colloca il decesso a poco prima della mezzanotte della sera della scomparsa, quando al culmine di una lite il marito Antonio Logli la colpisce alla testa uccidendola, per poi nascondere il corpo.

L’uomo sta scontando in carcere la condanna a 20 anni di reclusione, divenuta definitiva nel 2019. Per la Cassazione il movente dell’omicidio fu economico: Logli temeva le conseguenze patrimoniali della separazione che voleva la moglie. Lui si è sempre proclamato innocente ma ora la vicenda giudiziaria potrebbe riaprirsi: il nuovo pool difensivo di Logli, composto dall’avvocato Andrea Vernazza e dalla criminologa Anna Vagli, è pronto a chiedere la revisione del processo. Con quali elementi?

Un teste che smentisce il supertestimone Loris Gozi, che disse di aver assistito alla lite, e soprattutto un diario della stessa Roberta Ragusa dal quale emergerebbe la sua volontà di cambiare vita. "Presto depositeremo alla corte di appello di Genova la nostra istanza, producendo nuovi mezzi di prova – spiega Vagli – a cominciare da una persona che ha raccolto proprio le confidenze di Gozi, il quale ha detto di essersi inventato tutto perché aveva paura. Porteremo alla valutazione dei giudici anche nuovi scenari mai presi in considerazione prima, come avrebbe dovuto fare invece la procura di Pisa: mi riferisco all’ipotesi dell’allontanamento volontario che secondo noi è testimoniata da alcuni scritti di Roberta che abbiamo trovato nella soffitta dell’abitazione. Una sorta di diario nel quale da una parte descriveva la sua vita reale e dall’altra la vita che sognava.

La tesi dell’allontanamento volontario convince anche i figli, assolutamente certi dell’innocenza del padre". Massimo riserbo sulle frasi scritte da Roberta Ragusa e scovate dai difensori. "Non sarebbe corretto anticiparle sui giornali – conclude Vagli – ma si tratta di parole dalle quali emerge la sua insoddisfazione personale e che rafforzano quanto aveva già manifestato alla zia Adriana: la volontà di lasciare marito e figli perché in quel contesto familiare non si sentiva più apprezzata".