Montagne senza neve, Santanché: "Non lasceremo soli gli operatori turistici"

"I ristori? Valuteremo dopo avere ascoltato le richieste delle Regioni. E servirà un confronto con il ministro dell’Economia Giorgetti. Il cambiamento climatico impone di andare oltre la stagione invernale"

Abetone, arriva la prima (timida) neve

Abetone, arriva la prima (timida) neve

Da un parte le temperature oltre la media stagionale, con le montagne senza neve e l’Appennino Tosco-Emiliano in ginocchio senza la sua economia della montagna. Anche se adesso le previsioni annunciano l’arrivo di una perturbazione con neve e brusco crollo delle temperature. Quasi una beffa con le vacanze per le feste alle battute finali. Dall’altra le città d’arte che vivono una nuova ’primavera’ con presenze turistiche addirittura superiori agli anni precedenti alla pandemia da Covid. Per questo la ministra del Turismo Daniela Santanché ha uno sguardo ottimista sul futuro. In questi giorni non si è allontanata molto da Roma proprio per seguire più da vicino i vari dossier aperti. A cominciare da quello relativo al grido d’allarme che arriva dalla montagna. I governatori di Toscana, Emilia-Romagna, Marche e Abruzzo, infatti, le hanno chiesto un incontro urgente. E la risposta non si è fatta attendere. Attraverso le pagine di Qn-Quotidiano Nazionale, fa sapere che ha convocato "le Regioni per mercoledì prossimo, 11 gennaio, alle 10 al ministero".

A quali interventi pensa?

"Per prima cosa voglio ascoltare i problemi e le istanze che governatori e assessori porteranno al nostro tavolo. Noi abbiamo già fatto capire che il governo è pronto e farà tutto quello che è necessario".

Ci sono comprensori letteralmente in ginocchio per l’assenza di neve...

"Per questo è nostra intenzione adottare tutte le misure necessarie. Anche perché gli operatori nelle ultime due stagioni hanno sofferto moltissimo. Non li possiamo lasciare da soli".

Secondo alcuni primi calcoli, solo all’Abetone questo ondata di ’caldo’ ha provocato danni per oltre 5 milioni di euro. Ci potranno essere dei ristori?

"Questo ancora non lo so. Una volta che avremo ascoltato le richieste delle Regioni, dovremo confrontarci con il ministro dell’Economia Giorgetti e valutare quali siano le soluzioni più opportune. Fermo restando, ribadisco, che non lasceremo gli operatori soli".

Questa è l’emergenza attuale. Ma il cambiamento climatico è in atto, la scorsa estate anche sopra i 3mila metri si è registrato lo zero termico. Il problema dunque è più strutturale. Quali altri interventi si possono immaginare?

"Capisco che il core business della montagna è la stagione delle festività natalizie e di fine anno che rappresenta una quota del 35% del fatturato. Ma di fronte al cambiamento climatico dobbiamo pensare a nuovi pacchetti di offerte e di maggiori servizi. È evidente, quindi, che serve un intervento più complesso".

Dobbiamo ripensare al turismo della neve?

"È una delle sfide che dobbiamo affrontare. Le opzioni certo non mancano. È in grande crescita il cicloturismo, così come quello del trekking e delle camminate. Dobbiamo immaginare come implementare e ampliare il pacchetto di attrazioni che la montagna può offrire oltre alle piste innevate".

In questi giorni di feste le città d’arte sembrano aver registrato numeri molto alti. È solo un’impressione o avete già dei riscontri?

"Abbiamo dei dati che ci confermano che abbiamo avuto, grazie a Dio, non solo una ripartenza, ma in alcune località abbiamo numeri superiori al pre-covid. In questi anni di pandemia molti italiani hanno riscoperto la bellezza dell’Italia. Poi abbiamo ritrovato flussi importanti di stranieri. A cominciare dal ritorno degli americani, anche di tantissimi europei".

Segnali positivi anche per la prossima stagione estiva?

"Sono molto ottimista, perché sarà una stagione ricca di soddisfazioni per i tanti sacrifici fatti, da tutti gli operatori del turismo, negli ultimi anni a causa del Covid".

Avete dei progetti per rendere più appetibile sui mercati internazionali il nostro Paese?

"Sì, a cominciare dalla importante campagna che stiamo promuovendo a favore di Ischia. Un’isola bellissima, che ha sempre vissuto di turismo e che deve tornare a farlo presto. Va aiutata concretamente. Dopo la tragedia che l’ha colpita dobbiamo aiutarla a risollevarsi e aiutare tutti i suoi abitanti a riprendere le loro attività".

E, poi, a cosa pensate?

"A promuovere il brand Italia, perché nel mondo è questo il terzo marchio del made in Italy. Abbiamo analisi di mercato che rilevano come i turisti stranieri sono disposti a spendere un 20 per cento in più sui prodotti italiani. Nel mondo c’è voglia di Italia e occorre essere positivi".

Come?

"Dobbiamo riscoprire l’orgoglio di essere italiani. Non solo abbiamo la nazione più bella del mondo, ma siamo anche i più bravi. Occorre cambiare l’approccio mentale. Già da solo farebbe una grandissima differenza".

Crede che basti?

"Sarebbe un importantissimo punto di partenza. L’altro è quello di investire più nella formazione degli operatori. Il turismo vuole una qualità di servizi. La formazione è dirimente per aumentare la nostra quota in questo settore".